Fortificazioni firenzuoline: il castello di Montegemoli
IL CASTELLO DI MONTEGEMOLI
Si ergeva un dì sul monte arduo maniero
Terror de’ fiorentini e de’ vassalli
E tra’ suoi merli come di cristalli
Balenavano l’armi al balestriero.
Feriva di pedoni e di cavalli
Le sue pendici strepito guerriero,
Mentre ghignando Maghinardo fero
Gettava l’ombra sua giù per le valli.
Or non vi stride più la fragorosa
Saracinesca e quell’ardor si è spento
Sulla vetta deserta e rovinosa.
Fra le ginestre pascola l’armento
E non riman che l’erta silenziosa,
Fra poche querce che flagella il vento.
Stefano Casini
FIRENZUOLA – Montegemoli è una collina che sorge di fronte alla pieve di Cornacchiaia. Fu sede di un antico castello, di vitale importanza per il controllo delle strade che da Sant’Agata arrivavano al borgo e proseguivano verso Pietramala e Bologna: una arrivava da Monte Accianico, passo della Vecchia e Corniolo; l’altra scendeva dal passo dell’Osteria Bruciata.
Furono vie di comunicazione importanti, fino all’apertura della strada del Giogo, sottoposte al controllo dei potenti Ubaldini, che esigevano un pedaggio da coloro che le percorrevano. Del castello in realtà non abbiamo molte notizie, si sa che fu conquistato e distrutto dai fiorentini nel 1273; fu poi riedificato e nel 1349 risulta nelle mani di Maghinardo di Susinana, probabilmente ripreso quando gli Ubaldini, nel 1342, distrussero una Firenzuola appena edificata.
La testimonianza più importante, sul castello di Montegemoli è quella che ci lascia Matteo Villani nella sua Cronica: “una rocca quasi inespugnabile: nella quale era Maghinardo da Susinana e due suoi figliuoli, con parecchie masnade di franchi masnadieri, i più usciti da Firenze; ed era fuori della rocca in su la stretta schiena del poggio, alla guardia della via ch’andava al castello, una torre forte e bene armata: e innanzi alla torre, una tagliata in su la schiena del poggio, con forte steccato…”.
Avvenne in quegli anni che un membro della famiglia Accorsi, Mainardo, che tornava da Avignone, venne assalito, nei pressi di Fonte Manzina sulla strada dell’Osteria Bruciata, depredato di duemila fiorini d’oro e decapitato. Grande sdegno suscitò questo crimine, anche in Francesco Petrarca, amico dell’ucciso, che scrisse un’epistola al Comune di Firenze, esortandolo ad agire per punire i malfattori ed assicurare la possibilità di circolare liberamente sulle strade del passo appenninico. La Repubblica Fiorentina decise di intervenire energicamente per riaffermare il suo potere sull’Alpe e deliberò di effettuare ogni anno una impresa militare finché gli Ubaldini non fossero definitivamente sconfitti, con gravi sanzioni per i Priori che si fossero rifiutati di eseguirla; a tale scopo fu istituita una magistratura di otto uomini che avrebbe dovuto sovrintendere a queste operazioni. Deliberò anche la promessa di impunità a tutti coloro che avessero abbandonato gli Ubaldini e fossero andati ad abitare nei territori fiorentini; per chi invece avesse voluto continuare a vivre nei castelli e nelle terre da loro amministrati “ dovrebbero trattarsi come ribelli e banditi, con permesso a tutti di offenderli, derubarli od ucciderli”.
Il primo atto di guerra fu rivolto proprio al castello di Montegemoli. I soldati della Repubblica di Firenze varcarono l’Appennino e lo cinsero d’assedio; dopo varie scaramucce riuscirono a prendere la torre e ad entrare all’interno della tagliata ( che era una sorta di mura di sbarramento costruita con steccati di legno). Maghinardo si rinchiuse nella rocca con i familiari, ma visto poi inutile ogni tentativo di difesa, si arrese e passò dalla parte degli assalitori. A Montegemoli vennero nominati, da parte del Comune di Firenze, dei castellani perlomeno fino a 1371, dopodiché a causa della perdita d’importanza della via dell’Osteria Bruciata a favore della nuova strada del Giogo, non se ne hanno più notizie.
Oggi del castello non resta quasi più niente, salvo delle murature sul poggio Giandolea, delle fondamenta di una torre a pianta quadrata sul monte Biforco e altri pochi resti a poggio Tondo.
In quello che era il recinto castellano si trovano dei fabbricati colonici, di costruzione successiva in parte abbandonati. E’ visibile ancora, benché ormai diroccata, una abitazione rurale che conserva i resti di un bel portale quattrocentesco proveniente da qualche antico edificio della zona.
Sergio Moncelli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 3 gennaio 2021