“Immortali”, il primo romanzo del mugellano Gianmaria Parrotta
VICCHIO – Immortali è il primo romanzo del mugellano Gianmaria Parrotta, pubblicato ad aprile da Barta Edizioni.
“È una storia immaginaria, distopica e allegorica del presente che stiamo vivendo, soprattutto in Italia. E non mi riferisco alla pandemia attuale, perché la prima stesura è del 2016 – ci ha raccontato l’autore –. Dentro ci sono tante domande e interrogativi, cui neanche io riesco a darmi sempre delle risposte. Quel che mi piace pensare, e leggendo si potrà capire perché dico questo, è che il tema dominante sia l’amore, non (o non solo) nel senso romantico del termine”.
La passione di Gianmaria per la scrittura nasce, come ci ha raccontato, in giovanissima età: “A tre anni, credo, quando ho preso un sasso e inciso il mio nome su tutto un piazzale di auto parcheggiate. In realtà ho sempre letto: all’inizio, da bambino, odiavo leggere e invece mio padre mi costringeva; presto ho iniziato a scoprire storie che mi appassionavano, nelle quali mi identificavo e su cui riflettevo, facendo nascere pensieri miei”.
Da ragazzino ha scritto poesie che poi sono diventate canzoni, che ha cantato insieme agli amici in alcuni gruppi mugellani.
“Mi sono divertito molto, ma alla fine ho dovuto arrendermi e ammettere di essere decisamente stonato. Le canzoni, così, son diventate racconti. Ho fatto anche il giornalista per un certo periodo, non riuscendo però a dedicare alle parole che scrivevo l’attenzione che desideravo. Immortali è la prima storia, il primo romanzo che ho scritto. Non è l’ultimo”.
Gianmaria ha impiegato circa sei mesi per buttare giù la prima stesura del romanzo. La storia è stata poi ripresa in mano più volte: alcune parti sono state tagliate, altre riscritte. La fase finale è stata ancora una volta di taglio e riscrittura, stavolta insieme al suo editore.
“Quando scrivo, scrivo nelle ore serali e notturne – ci ha spiegato. – Quando trovo la storia me ne devo in un certo senso liberare, quindi ogni sera dedico anche solo un quarto d’ora per rileggere quanto scritto la sera/notte precedente. Nella mia mente c’è una scaletta dettagliata, ma essendo di mente instabile (scherzo, neh) alla storia può capitare di deragliare, per poi rimettersi in carreggiata o finire chissà dove.”
Tra gli scrittori che lo hanno influenzato maggiormente ci sono Stephen King, José Saramago e Niccolò Ammaniti; influenze che si percepiscono anche leggendo il romanzo.
“Leggo e rileggo Nabokov e Gadda, Kafka, Buzzati, D’Arrigo e così tanti altri: i russi, gli americani, qualche giapponese, e uno tra i più grandi che è nostro e che è Dino Campana. Mi hanno influenzato altri poeti, come Montale, Ungaretti e Caproni”.
Ma non è solo nella letteratura che Gianmaria cerca stimoli e idee: “Anche registi come Kubrick o Antonioni, Andrea Pazienza, il rock demenziale degli Skiantos, e anche Vasco Rossi e De André. Tutto quello che ho letto, visto, ascoltato e che ho amato. E un poco anche quello che ho odiato, e dimenticato”.
Per diventare scrittori “bisogna scrivere, e aspettare cosa viene fuori. E riscrivere. Non accontentarsi – ci ha spiegato -. Leggersi standosi sulle balle, diventando nemici di noi stessi (a me riesce bene). Bisogna trovare una voce tutta nostra, non basta scrivere bene, o che il testo scorra. E poi bisogna avere una storia, qualcosa da dire e da voler raccontare, sennò si fanno vocalizzi inutili per quanto bellissimi, ma non si canta nessuna canzone”.
La pubblicazione, invece, secondo Gianmaria non è una cosa necessaria, da perseguire a tutti i costi.
“Ci saranno senz’altro storie bellissime che non sono state né saranno mai pubblicate. E tra quelle pubblicate ci sono cose di scarsa qualità, oppure capolavori che non vendono neanche una copia – ci ha detto -. Il mio consiglio è di farsi leggere da chi legge. Personalmente ho evitato scuole di scrittura e offerte di pubblicazione che non mi avevano soddisfatto. Se esordienti, manderei il testo al Premio Calvino: la loro scheda di lettura è professionale e illuminante, non ne vedo molti altri così seri in giro. Attenzione però, che così facendo io ho pubblicato per la prima volta a 46 anni. Ma adesso ne sono soddisfatto e orgoglioso”.
Immortali è stato pubblicato dalla casa editrice toscana Barta Edizioni, che si caratterizza per l’alta qualità dei suoi libri, curati anche dal punto di vista grafico e dei materiali. “Barta, seppur piccola, lavora come una grande casa editrice – ci ha detto Gianmaria -. Ha tirato fuori il meglio da Immortali e dal suo autore.”
Pietro Santini
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 8 maggio 2021