La cappella del Poggiolo alle Salaiole

BORGO SAN LORENZO – Il torrente Fistona prende vita da alcuni impluvi che sgorgano dalla costa orientale di Monterotondo ma assume la propria consistenza idrica solo a valle della chiesa di Sant’Ansano, grazie al contributo di altre acque che vi precipitano dai Poggi di Carpineta ed Aceraia. Proprio all’altezza di questa confluenza e all’apice di una valletta angusta disegnata da boschi cedui e pochi seminativi, si colloca il borgo di Salaiole-Poggiolo.

Tutta la zona è cara agli storici del nostro tempo per la presenza di importanti luoghi di culto e per le tracce dell’antica Via Faentina che un tempo vi transitava. Registrata nell’Itinerarium Antonini risalente al periodo di Diocleziano (III sec. d. C.), la strada seguiva un percorso etrusco preesistente che da Firenze circuiva alla base la collina di Fiesole per raggiungere la vetta delle Croci. Da qui scendeva alle Salaiole, lambiva le case di Gricignano per giungere a Lutiano, in prossimità del quale era previsto l’attraversamento della Sieve. Superata la grande Annejanum (Borgo San Lorenzo), la strada tornava a salire verso Pulicciano e Casaglia, per scendere infine nella valle del Lamone e raggiungere Faenza, dove intersecava la Via Emilia.

La valle del Fistona con le sue località, rimase a lungo come il più importante tratto mugellano di quella via frequentatissima che univa Firenze alla Romagna favorendo scambi e commercio tra le due regioni, questo almeno fino a quando le crescenti esigenze di transito determinarono l’apertura di un nuovo tratto parallelo e più agevole tra Mulinaccio e Serravalle lungo la valle del Faltona, ancora frequentato e parte nell’odierna SR302.

Al di là di queste brevi note storiche ormai evanescenti, la frazione di Salaiole-Poggiolo conserva però altre testimonianza tangibili di un passato relativamente recente, che avrebbe caratterizzato il particolare momento artistico tra XIX e XX secolo. Questo deciso movimento che influenzò l’architettura e le arti figurative del tempo, si manifestò anche in Mugello grazie all’attività delle Fornaci San Lorenzo attrezzate in Borgo San Lorenzo dalla famiglia Chini, i cui componenti si rivelarono geniali artefici di un percorso creativo la cui fama avrebbe varcato i limiti nazionali, elevando il concetto dell’arte e della cultura italiana. Fortunatamente parte di quell’operato straordinario, resta ad impreziosire ancora chiese, ville e musei del territorio, valorizzato da un preciso itinerario “Liberty” esteso in massima parte all’area comunale di Borgo San Lorenzo e nel quale anche la Cappella del Poggiolo si inserisce come uno dei contributi chiniani più importanti, ancora integro e completamente apprezzabile nella propria identità originale.

Poggiolo-Salaiole – La sede dell’asilo Della Rovere

A breve distanza da Salaiole dunque, a stretto contatto con la comunale, è un grande immobile che reca sulla parete settentrionale un dipinto murale visibile dalla strada, con l’epigrafe “Asilo infantile Vincenzo e Riccardo Grazioli Lante Della Rovere”. Era in passato la sede per l’accoglienza e la tutela dei bambini di Salaiole, Poggiolo e Gricignano voluto dalla duchessa Lante Della Rovere in memoria dei propri figli caduti durante la Grande Guerra.

Asilo Della Rovere – Epigrafe sulla parete nord

La Cappella del Poggiolo è parte integrante del complesso, posta sul retro dell’edificio principale ed oppressa dalle pendici del Poggio Leccia. Prima di salire alla cappella è lecito soffermarsi ad osservare un’immagine della Madonna col Bambino posta sulla parete meridionale dell’asilo.

Madonna col Bambino nella lunetta sul lato sud dell’asilo – Fornaci San Lorenzo (Poggiolo)

L’immagine in maiolica bianca di gusto robbiano è al centro di una lunetta con cornice di pietra e si stacca da un fondo di piastrelle ceramiche verdi e nere con disegno tipico della manifattura borghigiana. Alla cappella si accede seguendo una rampa di scale che aggira l’edificio principale sul lato sud e sale fino al piccolo sagrato delimitato a sinistra da un’elegante balaustra di colonnette cilindriche ornate da capitelli a motivi vegetali.

Lunetta con grata in ferro battuto sopra una porta dell’asilo (Poggiolo)

Realizzata nel 1923 su disegno di Carlo Maggi, geometra borghigiano, la cappella appare munita di campaniletto con unica campana, posto alla sinistra della copertura.

La cappella del Poggiolo

Nella parte superiore della facciata un oculo circolare interrompe il motivo geometrico di piastrelle policrome. L’ingresso è preceduto da un loggiato sorretto da quattro pilastrini di mattoni, con vetrate laterali centinate e disegno a scacchi che genera una bicromia dalle tenui tonalità.

Decorazione parietale del loggiato

Il pavimento del loggiato mostra una composizione a piastrelle policrome, mentre le pareti laterali riportano decorazioni speculari in bicromia eseguite nel 1923 da Tito Chini, che si firma sullo stipite destro del portale di accesso all’aula.

Firma di Tito Chini sulla parete del loggiato

L’interno della cappella conserva inalterate le proprie caratteristiche originali, con oggetti e decori che esaltano le qualità artistiche dei Chini e le capacità delle Fornaci San Lorenzo. Il pavimento nascosto da funzionali arredi lignei, anch’essi originali e realizzati su disegno di Tito Chini, offre una suggestiva composizione di piastrelle ceramiche impreziosite da motivi floreali e geometrici.

Soffitto della cappella a finti cassettoni – Tito Chini 1923

Il soffitto illude l’occhio con un motivo a finti cassettoni, mentre le pareti laterali compaiono decorate da simboli sacri e motivi floreali completamente eseguiti nel 1923 da Tito Chini, che si firma ancora sulla parete destra, accanto alla piccola porta della sacrestia.

La firma di Tito Chini nella cappella

Decoro sulla parete destra della cappella, particolare – Tito Chini 1923

Acquasantiera

Decorazione della parete destra – Tito Chini 1923

Formella della Via Crucis

Ai lati dell’ingresso sono appese due eleganti acquasantiere di gusto rinascimentale in maiolica bianca. Raffinata e particolare, la foggia per le formelle ceramiche della Via Crucis, con cornice circolare sormontata da una piccola croce e figure monocromatiche blu. L’altare è sorretto da quattro colonne cilindriche con disegno identico a quello della balaustra esterna, anche se di colore diverso.

Cappella del Poggiolo – Interno

Altro elemento di arredo dal fascino singolare e di grande qualità tecnica, è da attribuirsi alla serie di vetrate visibili nella cappella, nelle quali è ancora una volta riconoscibile la mano di Tito. L’attività vetraria, inizialmente promossa da Chino Chini, resta come una delle peculiarità artistiche distintive delle Fornaci San Lorenzo, una produzione con qualità probabilmente non inferiori a quelle della ceramica che avrebbe contribuito alla notorietà della manifattura mugellana nelle esposizioni nazionali ed europee.

Pur nelle loro dimensioni contenute, dettate dall’esigua disponibilità dell’ambiente, le vetrate della cappella costituiscono esempio del pregevole livello raggiunto in questa difficile tecnica, qui riproposta nelle vetrate delle pareti riproducenti i simboli degli Evangelisti o in quella sopra l’ingresso con la figura allegorica del pellicano che si ferisce per nutrire i piccoli.

Vetrata della facciata – Fornaci San Lorenzo

Sulla parete di fondo si colloca infine la vetrata più grande, opera di maggior effetto scenico divisa in tre pannelli, con al centro l’immagine della Madonna in abito bianco affiancata dalle figure di Riccardo e Vincenzo, i santi cui si intitola il piccolo luogo di culto, omonimi dei due giovani caduti in guerra figli della duchessa Della Rovere.

Vetrata nella parete di fondo della cappella – Fornaci San Lorenzo

La cappella del Poggiolo resta dunque come uno dei simboli più prestigiosi dell’opera chiniana in Mugello. Un piccolo scrigno di creatività ed eleganza dove le emozioni si intrecciano, le meraviglie si affollano in una sequenza di sensazioni gradevoli ora rilasciate dalla cromia dei decori, ora dalla brillantezza delle maioliche o dalla vivida trasparenza delle vetrate.

Targa ceramica dell’itinerario Liberty

Un luogo piccolo ma testimone di un grande momento di evoluzione artistica nel quale i Chini seppero inserirsi con abilità e coraggio, assumendo in breve il ruolo di protagonisti dello stile Liberty italiano e internazionale.

Massimo Certini ©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 28 febbraio 2021

Print Friendly, PDF & Email