La pieve di San Michele Arcangelo a Montecuccoli
BARBERINO DI MUGELLO – L’area collinare ad ovest di Barberino, costituisce uno dei luoghi boschivi meglio conservati del Mugello occidentale. Qui la natura esprime ancora come un tempo i propri caratteri di integrità e rivela tutta la sua bellezza nelle solitarie gibbosità della Calvana e del Poggio di Montecuccoli. Proprio da alcuni anfratti di quest’ultimo rilievo, fra rocce di candido alberese e bassi cespugli di carpine, la Sieve emette i primi sussulti, inizio di un lungo cammino che gli concederà di maritarsi all’Arno solo dopo una discesa di oltre 56 chilometri.
Poco più in alto, a circa un chilometro dalla sorgente, sopra una selletta che divide la valle del Bisenzio da quella della Sieve, si erge la Pieve intitolata a San Michele Arcangelo e San Giovanni Battista.
Le prime citazioni relative alla sua fondazione sembrano risalire al VII secolo. Tuttavia il primo documento noto agli storici inerente la pieve, è una pergamena del settembre 990 giacente nel Fondo Diplomatico di Passignano conservato nell’Archivio di Stato fiorentino. In antico le erano annesse tre piccole suffraganee già soppresse nel corso del XV secolo, fra queste la parrocchiale di San Martino ad Ariano presso l’omonimo castello, Santo Stefano a Mezzana sulle pendici del Bisenzio e Santa Maria Maddalena presso Vernio, nella Contea dei Bardi.
Una prima trasformazione dell’edificio deve essersi compiuta all’inizio del XII secolo, ben prima che i Della Tosa, facoltosi proprietari della zona, ne ricevessero il patronato divenendo i maggiori benefattori nel corso del XIV secolo. Altri interventi con l’arricchimento degli interni, furono compiuti nel XV secolo. I Fioretti di Vernio, ebbero tre membri della propria casata come pievani in San Michele e nel 1612 Fioretto Fioretti, si adoperò per un radicale restauro, che purtroppo avrebbe cancellato per sempre l’identità originale dell’edificio.
Dopo i Della Tosa, ne furono patroni i Cattani e solo nella prima metà del Settecento la pieve tornò alla Mensa Vescovile fiorentina che l’avrebbe nuovamente restaurata aggiungendovi tre altari.
La costruzione conserva ancora il proprio orientamento originale est-ovest tipico degli edifici di culto più antichi, inserita in un contesto naturale unico e affiancata da pochi annessi rurali interamente realizzati con pietre a vista che conferiscono all’intero complesso un aspetto di solidità e il fascino di piccolo borgo antico.
Sul fianco destro della pieve svetta il possente campanile a pianta quadrangolare realizzato nel XV secolo e parzialmente ricostruito nella prima decade del Novecento. La facciata della chiesa è a capanna, con oculo nella parte superiore del prospetto, preceduta da un porticato a colonne quadrangolari probabilmente aggiunto nella prima metà dell’Ottocento. Della stessa epoca dovrebbe essere il piccolo avancorpo posto sulla destra della facciata e coperto dall’unica falda che protegge anche il porticato. Adattato a cappella per il Fonte Battesimale, mostra esternamente una muratura di bozze irregolari e le imposte di arcate tamponate che un tempo si aprivano sul fianco meridionale e occidentale. Sotto il portico sono appese due lapidi marmoree in ricordo dei caduti della Seconda Guerra Mondiale e dell’opera missionaria compiuta nel 1963, al tempo del pievano Giuseppe Chesi.
Sempre sotto il portico, sul fianco sinistro della chiesa, si apre l’ingresso all’antico Oratorio della Compagnia dello Spirito Santo, istituita sul finire del XVI secolo e approvata con decreto vescovile del 1605. Il portale ha stipiti e trave di pietra recante la data 1777, probabilmente relativa alla costruzione della cappella o ad un restauro. Il timpano è interrotto da una Colomba, simbolo stilizzato dello Spirito Santo. Oggi la cappella intitolata a San Padre Pio, appare spaziosa e semplice negli arredi, munita di una statua del Santo sul lato destro del presbiterio. Sulla parete di fondo è un bell’altare di pietra con mensole a voluta e colonne cilindriche che sostengono il timpano arcuato. Al centro vi è un’immagine dipinta del Santo di Pietralcina.
Alla chiesa si accede superando un antico portale di pietra aperto sulla destra del porticato, che immette direttamente nell’aula pavimentata in cotto e coperta a due falde con travatura lignea. Sulla controfacciata a destra dell’ingresso è la cappella del Fonte Battesimale realizzata dal pievano Ferdinando Rigacci nel 1925. Vi si accede superando un cancelletto di ferro battuto e scendendo alcuni gradini che riportano allo stesso livello del porticato. Il piccolo ambiente è pavimentato con tessere rosse e nere, disposte secondo un gradevole motivo geometrico. Prende luce da una finestrella centinata aperta sulla parete sinistra. Il soffitto è a crociera, con settori dipinti che riproducono il cielo stellato.
Il Fonte ha pianta ottagonale, rivestito con settori in maiolica e sovrastato da una bella terracotta policroma di gusto robbiano riproducente il Battesimo di Gesù, opera di Edoardo Rossi (sec. XX), racchiusa da una cornice a fruttami.
L’aula della chiesa si mostra bene arredata, con le pareti decorate da una balza a pannelli verticali dipinti a motivi geometrici. Una cornice dai tratti rossi e neri corre lungo l’imposta della travatura; si ripete nella calotta del presbiterio e sulle cornici delle monofore absidali. Per lo stile e la vivace eleganza del disegno, l’intero apparato decorativo della chiesa e del Battistero potrebbe appartenere all’opera manifatturiera dei Chini di Borgo San Lorenzo.
Sulla parete destra, accanto al Battistero, resta visibile un Ex voto del Sacro Cuore in terracotta policroma databile alla seconda metà del Settecento.
Accanto a questa icona è una singolare lapide sepolcrale del Quattrocento. La formella in marmo bianco fu voluta da Ser Francesco Nello (Nelli) in memoria della piccola primogenita Bartolomea, scomparsa nell’Anno della Salvezza 1485. Al centro del manufatto è scolpita l’immagine della piccola defunta adagiata sopra un cuscino, e più in basso il simbolo familiare dei Nelli, con il toro rampante racchiuso fra due ali spiegate.
Gli altari laterali sono quattro, tutti di pietra serena. Il primo a destra della navata porta la data 1741, ha colonne cilindriche con capitelli corinzi e accoglie un dipinto del Gesù Misericordioso.
Nella parte inferiore dell’opera, è riprodotta una veduta della pieve di Montecuccoli. Ancora sulla parete destra, nella parte mediana dell’aula, si apre l’ingresso alla sacrestia, sovrastato da una lapide che ricorda la nuova pavimentazione dell’aula con pietre e mattoni compiuta dal pievano Fossi nel 1772. Sulla stessa parete, prima del presbiterio, è l’altare del Sacro Cuore, con colonne cilindriche, capitelli corinzi e timpano interrotto dal simbolo eucaristico.
Il primo altare, sulla parete sinistra dell’aula, è dedicato alla Madonna, con statua policroma della Vergine e struttura architettonica simile ai precedenti.
Sempre a sinistra, in prossimità del presbiterio, è l’altare dedicato a San Michele Arcangelo, con timpano sovrastato da una croce di pietra. Vi si conserva un dipinto di San Michele che uccide il Demonio di recente collocazione.
Il presbiterio è delimitato da una balaustra a colonnette di pietra, sovrastata da un’elegante trifora di stile serliano, con il grande arco a tutto sesto sorretto da colonne di pietra quadrate e le aperture laterali trabeate. Il pavimento è rialzato di due gradini, composto a formelle bicolori in bianco-nero e circuito dagli scranni lignei del coro che si appoggiano alle pareti del presbiterio.
Sul lato sinistro è un pregevole tabernacolo settecentesco apposto dal pievano Fossi. L’Altar Maggiore (1741) ha mensa di pietra sorretta da mensole a voluta.
Le colonne cilindriche sostengono il timpano arcuato che conclude una struttura dall’architettura solenne, al centro della quale si colloca un’ immagine della Madonna del Rosario con il Bambino affiancati da due angeli.
Sulla parete di fondo, ai lati dell’altare, si aprono due strette monofore con vetrate policrome riproducenti un San Michele Arcangelo e San Giovanni Battista, opera dei Chini delle Fornaci San Lorenzo.
Massimo Certini
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 7 novembre 2021
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