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“Chiare, fresche et dolci acque… risorsa vitale del nostro Appennino”. Una mostra fotografica a Marradi

MARRADI – Una mostra sull’acqua e sulle sue mille forme è una vera e propria testimonianza di vita. Le fotografie che compongono il viaggio “acquatico” degli Amici dell’ Allegra Brigata del Maggiociondolo (Gruppo di Lavoro del Centro di Studio e Documentazione sul Castagno) di Marradi, che ringraziamo, sono la prova indelebile di quanto questo elemento primario abbia modellato il paesaggio delle nostre verdi vallate e il destino delle popolazioni che ancora le abitano.

Dall’acqua la storia dell’uomo ha tratto origine. Attorno alle sorgenti e dei fiumi fiorirono le civiltà che hanno segnato il progresso dell’uomo; in ogni luogo in cui scorreva anche solo un rivolo si sono create comunità e attività che ne hanno determinato l’evoluzione.

Lo zampillo della sorgente nel folto del bosco; la pozza, non sempre alimentata, dove si abbeverano gli animali selvatici; il torrente ingrossato dalle piogge, ma dalla siccità ridotto ad arida pietraia; il Lamone, la nostra spina dorsale; le tante fonti in passato frequentatissime e ora quasi abbandonate; i lavatoi di tempi lontani; i mulini che, tranne rarissime eccezioni, oggi sono solo ruderi, non – come ieri – cardini dell’economia quotidiana; le centrali idroelettriche tornate improvvisamente in auge con l’aggravarsi della crisi climatica.

Questo percorso iconografico raccoglie gli scorci più pittoreschi, gli angoli più ameni. La loro suggestione non deve però farci dimenticare i disastri provocati dallo sfruttamento dissennato, dalla cementificazione, dall’incuria che troppo spesso ha trasformato alvei e rive in discariche, pregiudicando anche la sopravvivenza delle specie ittiche, oltre alla biodiversità in generale.

Ecco allora il messaggio di questa interessante mostra: conoscere i luoghi per rispettarli; ammirare la bellezza per salvaguardarla; impegnarsi per tentare di ripristinare gli equilibri perduti.    

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