Renato Costi, ornitologo d’eccezione
MUGELLO – Il Prof. Paolo Bassani, vicchiese, animatore instancabile di iniziative di ricerca e di divulgazione scientifica, per decenni apprezzato docente al liceo “Giotto Ulivi” di Borgo San Lorenzo in questo articolo ricorda la passata attività di un gruppo, formato da appassionati naturalisti mugellani, l’“Osservatorio Naturalistico Mugellano”, e in particolare la figura di un bravo ornitologo e bravo fotografo, Renato Costi. E ne racconta l’operato, nelle campagne mugellane a “caccia”, con la sua macchina fotografica, di ogni tipo di volatile.
Alla metà degli anni ’80 in Mugello formammo un piccolo gruppo che si proponeva di realizzare un inventario delle specie animali presenti sul territorio. Per gli invertebrati la cosa era certamente impossibile, ma per i vertebrati, esclusi i pesci si poteva provare. Tra i partecipanti c’erano molte competenze sui micromammiferi (topi e toporagni), sugli ungulati e sugli uccelli. C’era anche chi catalogava orchidee e chi amava ragni e farfalle. Tutti bravi fotografi, eccetto il sottoscritto.
In questo piccolo ed eterogeneo gruppo di amici spiccava decisamente l’esperto ornitologo Renato Costi, con un’esperienza ormai ultradecennale nel riconoscimento delle varie specie e del loro comportamento. La sua andata in pensione e la costituzione formale del gruppetto, chiamato pomposamente “Osservatorio Naturalistico Mugellano” (O. N. M.), furono uno stimolo per rendere ancor più sistematico il suo lavoro di raccolta dati. Molti proprietari di laghetti di caccia, conoscendone le competenze, gli avevano già dato libero accesso alle loro strutture, cosicché gran parte dei suoi dati riguardavano uccelli legati più o meno all’acqua, come anatre, oche, aironi e limicoli. Ma il suo modo di operare, gli permetteva anche di osservare qualunque altro uccello.
La mattina all’alba Renato faceva un giro in 4 o 5 laghetti. Da febbraio a fine aprile monitorava così i flussi migratori verso nord. Terminata questa fase, la sua attenzione si spostava sugli ambienti intorno all’acqua, di solito semiboschivi o prativi che ospitano sia uccelli migratori che sostano per l’estate, sia uccelli stanziali che ivi svolgono il loro ciclo vitale. Tra i migratori estivanti poteva osservare varie anatidi, le folaghe con i pulcini, o l’airone rosso, mentre, tra gli stanziali, trovava nei canneti la gallinella d’acqua o il tarabusino sul nido. Nei prati e nei boschetti intorno c’era una grande varietà di uccelli, dal saltimpalo al picchio e al gufo. Tutti, stanziali e non, sotto l’interessata sorveglianza del falco di palude. Finita l’estate si poteva monitorare la migrazione di ritorno.
Con questo metodo Renato ha controllato molti specchi d’acqua, da Vicchio (alle Caselle, con la cicogna nera), a Borgo S. Lorenzo (cava del Sagginale, con aironi di tutti i tipi), a San Piero a Sieve (lago di Petrona, ricchissimo di biodiversità, colmato per la ferrovia faentina), a Scarperia (i Crocioni, con le gru e le cicogne bianche), al Bosco a’ Frati (con la garzaia di nitticore). Poi l’oasi di Gabbianello a Bilancino, con cigni, svassi e persino aironi guardabuoi africani nidificanti.
Si sono così accumulate, in oltre 25 anni di attività, circa 60.000 osservazioni dirette, articolate per specie, sesso, età, numero di individui, tempo meteorologico e orario, nonché note sull’attività svolte dagli animali. Un enorme patrimonio scientifico oggi depositato presso il Centro Ornitologico Toscano (C.O.T.) che si è impegnato ad inserirlo in rete per renderlo fruibile a tutti.
È il degno coronamento per un’attività, quale quella di Renato Costi, davvero importante per la conoscenza del territorio del Mugello e della sua evoluzione.
Paolo Bassani
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 23 settembre 2023