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“Visioni e geografie”. Inaugurazione della mostra di Levini al Chini Contemporary

Nella foto, da sinistra: l’artista Felice Levini e il direttore del Chini Museo Alessandro Cocchieri

BORGO SAN LORENZO – Venerdì 21 febbraio si inaugura a Villa Pecori Giraldi a Borgo San Lorenzo, con la collaborazione di Ram Radioartemobile, la personale di Felice Levini “Visioni e geografie”, terzo appuntamento curato dal direttore del Chini Museo Alessandro Cocchieri e accolto nello spazio “Contemporary”, dopo la mostra di Donatella Spaziani dal titolo “Anatomie” e quella di Gino Sabatini Odoardi “Incipit senza titolo”, che ha dato l’avvio al progetto. I nomi sono tra i principali e più importanti afferenti a quella che può essere definita “l’aristocrazia” dell’arte contemporanea italiana e presentano i loro lavori alla villa borghigiana con la formula dell’artista che chiama il successivo, ossia chi espone decide anche a chi andrà l’invito per il prossimo allestimento. Sabatini scelse la Spaziani, la quale ha chiamato Levini. I successivi saranno H.H.Lim e Alberto Garutti. Il Contemporary a Villa Pecori si qualifica quindi come un luogo di esplorazione e di indagine sulle tendenze e le espressioni dell’arte contemporanea, dando lustro e spinta al Chini Museo, ampliando l’interesse per l’istituzione culturale borghigiana non solo a livello italiano, ma anche e sopratutto verso un respiro internazionale.

In occasione dell’inaugurazione viene organizzato alle ore 17.00 il talk “Progettare il caos”, un tavolo di confronto sull’arte con Felice Levini, H.H.Lim, Gino Sabatini Odoardi, Donatella Spaziani, Alberto Garutti, Cecilia Casorati, Lorenzo Bruni, Valentino Catricalà, Arnoldo Mosca Mondadori. Al termine ci sarà un party inaugurale per gli intervenuti con aperitivo e musica.

Due parole biografiche su Levini. L’artista nasce a Roma nel 1956, dove oggi vive e lavora. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti, nel 1978 insieme a Giuseppe Salvatori e a Claudio Damiani, e poi con Vittorio Messina e Mariano Rossano, aprì uno spazio in via S. Agata dei Goti gestito dagli stessi artisti, che diventò luogo di incontro per mostre e serate di poesia. Il 1978 è anche l’anno della sua prima collettiva dal titolo “Artericerca ’78” allestita al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Nel 1980 entra a far parte del gruppo dei “Nuovi-Nuovi” che debutta con la mostra a cura di Renato Barilli alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Bologna. Dal 1982 Levini sottopone le sue opere a un processo di scomposizione che ricorda il divisionismo di Seraut, creando immagini bidimensionali piacevolmente decorative, che esaltano l’idea di “parete” maculata. A questi lavori, negli ultimi anni ’80, seguono opere più compatte e tridimensionali dominate da una struttura solida e geometrica che conducono anche ad architetture lineari. Autoritratti, animali, arabeschi sono i temi ricorrenti in questi anni. Nel corso degli anni ’90 il suo lavoro oscilla tra l’astratto e il figurativo; nei suoi allestimenti, alla ripetizione dell’immagine, che la rende astratta, viene contrapposta la presenza umana, viva. Nel 1991 espone al XXXIV Festival dei Due Mondi di Spoleto, nel 1993 è presente alla XLV Biennale di Venezia, nel 1996 alla XII Quadriennale di Roma. Nel 2013 espone alla Gnam Galleria Nazionale d’Arte Moderna.

Fabrizio Nazio
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 14 febbraio 2020

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