BORGO SAN LORENZO – Le parole dell’ex sindaco di Borgo San Lorenzo Antonio Margheri inquadrano le immagini, crude, messe in mostra dall’archivio di Aldo Giovannini che raccontano il terribile bombardamento che colpì il comune mugellano ottanta anni fa.
Il contesto storico è quello della Seconda Guerra Mondiale, il più grande e sanguinoso conflitto armato della storia che costò all’umanità sei anni di sofferenze, distruzioni e massacri, con una stima totale di morti che oscilla tra i 55 e i 60 milioni di persone. Le popolazioni civili si trovarono coinvolte in misura fino ad allora sconosciuta e furono bersaglio dichiarato di bombardamenti, persecuzioni, rappresaglie, deportazioni e stermini razziali che colpirono in primo luogo ebrei, slavi e rom.
I bombardamenti degli angloamericani arrivarono in Toscana nella primavera del 1943 dopo che, nell’autunno del 1942, erano state sistematicamente attaccate le principali città del nord.
Il 25 settembre è la data del primo bombardamento di Firenze. Inizia così una serie fitta di bombardamenti che colpiscono Empoli, Certaldo, Prato, Sesto Fiorentino, Lastra a Signa, Pontassieve, Vernio, Vaiano, Firenzuola, Marradi e che terminerà l’11 novembre 1944. Sul territorio provinciale morirono sotto i bombardamenti 1.496 persone, i feriti 689, 360 gli invalidi permanenti. Ma sono dati censiti all’inizio del 1946, quindi sottostimati in particolare per feriti ed invalidi.
Il primo e terribile bombardamento che investì Borgo San Lorenzo avvenne il 30 dicembre 1943, alle 12,25. Borgo era un obiettivo sensibile per la presenza della stazione ferroviaria, punto di congiunzione tra la linea ferroviaria che da Pontassieve risale la Val di Sieve e la ferrovia Faentina, un sistema che rappresentava per i tedeschi una via di collegamento tra la Toscana e la Romagna attraversando la strategica “Linea Gotica”.
Quel giorno la linea ferroviaria subì lievi danni, ma assai pesante fu il bilancio di distruzione e di sangue, in particolare nei quartieri più prossimi alla linea ferroviaria (Via della Stazione, Via Umberto I, Via Lapi, Via Giotto). I morti furono un centinaio, (di cui 2 militari tedeschi, molti bambini ed alcune famiglie distrutte) mentre, scriveva il segretario comunale, Il numero dei feriti si calcola a circa 300, ma non è stato possibile determinarlo in modo preciso.
Il bombardamento del 30 dicembre fu solo il primo di una lunga serie. Dalle relazioni stilate dal Commissario e dall’Ufficio Tecnico comunale si calcolano ben 16 bombardamenti che interessarono il territorio borghigiano (il capoluogo e Ronta in particolare) dal 30 dicembre 1943 al 5 novembre 1944. Alla fine i morti complessivi furono circa 160.
Annotarono le suore del Monastero di Santa Caterina: Gli uomini, tutti si prestavano a dissotterrare vittime la maggior parte morte, poi moribondi e straziati in mille modi da far pietà, chi andava a vedere non poteva restar senza piangere. Scrisse al vescovo il 6 gennaio 1944 don Ugo Corsini, pievano di Borgo San Lorenzo: Un panico addirittura convulso ha totalmente invaso la popolazione e quasi tutti si sono squagliati, rifugiandosi alla peggio per le case coloniche della campagna e anche della montagna. Pochissimi sono rimasti fermi, e solo perché nei dintorni non si trova Più un bugigattolo ove ridosarsi.
La popolazione senza casa, terrorizzata dai bombardamenti ed ossessionata dai continui allarmi, sfollò massicciamente nelle campagne ed in particolare verso San Cresci in Valcava, a Faltona, a Olmi, verso Polcanto e Tassaia e a Sant’Ansano fino a Monterotondo, quasi al confine amministrativo fra i comuni di Borgo e Pontassieve.
Il 25 marzo 2022 si è svolta la cerimonia ufficiale nella quale è stata conferita la Medaglia d’Oro al merito civile del Presidente della Repubblica al Comune di Borgo San Lorenzo per il comportamento della popolazione dopo i bombardamenti del 1943/44 ed il sostegno alla lotta partigiana contro il nazifascismo.
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