“Sulla nascita dell’opera – racconta Bagnoli – c’è un aneddoto. Anni fa ero andato a visitare una mostra di Gino De Dominicis, retrospettiva dopo la sua morte, al Maxxi di Roma. Uscendo, notai una teca che conteneva una araba fenice. Feci una foto veloce, tornai in albergo. Ma la sera era diventato un pensiero fisso. Mi chiedevo ‘che cosa avevo visto?’. Il giorno successivo tornai al Maxxi, ma era sparita. Anche il custode diceva che non c’era mai stata. Pensai che fosse uno scherzo dall’aldilà di Gino, che mi aveva fatto vedere qualcosa che non esisteva. Per fortuna c’era la foto. Da questa ho poi ricavato la scultura. Si potrebbe idealmente pensare che la fenice scomparsa fosse rinata nella mia opera. E da allora ha continuato a rinascere: quella in onice che ho esposto anche in questa mostra cadde a terra in modo che giudicai ‘inspiegabile’, perché era già sul pavimento. E si ruppe. L’ho ricostruita portandola a nuova vita, unendo le parti staccate con un filo d’oro”.
“Questo progetto – ha chiosato l’assessore alla Cultura Cristina Becchi – è interessante da tanti punti di vista. L’innesto di artisti contemporanei di livello nel nostro museo ci permette di valorizzarlo ulteriormente. A volte siamo marginali rispetto alla città, ma è anche grazie a questo percorso, nato nel 2018, che riusciamo a sentirci parte di un contesto più importante. La mostra di Bagnoli è molto bella, sembra di entrare in una dimensione diversa, dove si respira nelle stanze una spiritualità forte. Attualmente Villa Pecori è in fase di transizione, nei prossimi mesi ci saranno una serie di interventi di riqualificazione (articolo qui). Faremo di tutto però insieme al nostro ufficio Cultura per non interrompere questo viaggio nell’Arte contemporanea”.
L’inaugurazione l’ha conclusa Bagnoli stesso volendo citare la poesia dello scrittore e giornalista brasiliano “Fernando Sabino”, “Di tutto restano tre cose”: “Di tutto restano tre cose – ha letto Bagnoli – la certezza che stiamo iniziando, la certezza che abbiamo bisogno di continuare, la certezza che saremo interrotti prima di finire. Pertanto, dobbiamo fare: dell’interruzione un nuovo cammino, della caduta un passo di danza, della paura una scala, del sogno un ponte, del bisogno un incontro”.
“Araba Fenice A Estremo Tempo” è una mostra Chini Contemporary, a cura di Alessandro Cocchieri con il supporto dell’ufficio Cultura di Borgo San Lorenzo, in collaborazione con RAM Radioartemobile e l’associazione Zerynthia, con i contributi della Fondazione CR Toscana e della Regione Toscana. Gli orari di apertura per le visite sono, fino al 31 ottobre 2023, da giovedì alla domenica dalle 09.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00; dal 1 novembre 2023, il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00. Per tutte le informazioni si può scrivere all’email info@chinimuseo.it o telefonare al numero 0558456230.
Fabrizio Nazio
©Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 11 Settembre 2023