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Biblioteca di Vicchio
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Gli scritti sul Mugello, raccolti in questo libro, abbracciano un arco di tempo piuttosto ampio – dall’agosto 1997 al giugno 2016 – e presentano, tra loro, un’origine ed una fisionomia inevitabilmente variegate. Sono infatti interventi a convegni, sintesi di studi legati al mondo contadino, ricordi di persone che hanno lasciato una traccia non effimera tra la gente del nostro territorio, presentazioni e recensioni di libri ed anche un racconto legato all’esperienza personale e professionale dell’autore. Tuttavia è possibile riscontrare elementi che accomunano questi scritti, a partire dalla dimensione spaziale di riferimento, quel Mugello, che rappresenta il teatro di tutte le vicende oggetto qui di narrazione. Il Mugello, però, anche quello dell’età del Risorgimento oppure quello di un secolo dopo delle stragi nazifasciste, è visto dall’autore costantemente in relazione al più generale contesto nazionale. Vi sono poi pagine dedicate alle riflessioni suggerite dalla lettura del libro di Stefano Piovanelli sul valore degli altri, al tema della morte e del dolore all’interno della sfera affettiva adolescenziale presente nel racconto finale, alla vita contadina di questo territorio.
Vi è poi il tema della scuola nelle parti che ospitano il ricordo del prof. Pozzesi e di don Angelo Vallesi, ma anche nel racconto Déjà vu e nello scritto dedicato all’attività di maestra di Donella Lascialfari, persona tuttora molto amata ed apprezzata nella comunità di Galliano.
La pittura, la letteratura e la cultura più in generale sono gli argomenti di cui si parla nelle pagine dedicate al pittore Carlo Galleni, mentre i sentimenti, le debolezze, le difficoltà, insomma la vita, sono affrontati nello scritto che prende spunto da una raccolta di racconti di Paolo Marini. Pertanto, accanto al Mugello, inteso come area geografica, è la dimensione umana e la realtà della gente di questo territorio a rappresentare il filo rosso che tiene insieme questi scritti.
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