Monte Gemoli

(Poggio Giandolea)

Del Castello di “Rio Cornacchiaio” viene fatta menzione nel più antico documento scritto ritrovato, sui popoli delle “Alpes”. Un rogito del 995, di tal Pimno figlio di Petrone, etc..

Il Francovich (1) non esclude la sua origine bizantina o longobarda. Gli Ubaldini certi proprietari del castello negli anni successivi, erano infatti  di verosimile origine longobarda. A questa casata viene confermato nel 1220 il dominio del castello con diploma imperiale (2).

Il castello di “Montegemoli” sembra invece una diversa e successiva struttura, una ricollocazione del più antico fortilizio di cui si è persa la collocazione, forse sul lato sinistro del Santerno, verso il torrente Risano, lungo l’antica strada per Pietramala (3). 

(1) R.Francovich Castelli del Contado Fiorentino 1973

(2) R.Francovic Atti 1973)

(3) G.Manco Cornacchiaia – Elementi per una storia del territorio dal X al XiX sec.

Era questa la rocca di Montegemmoli, della quale Prof. Matteo Villani nella sua cronica al giugno del 1349 (cap. 25) quando disse, che i Fiorentini spedirono in quel mese ed anno l’oste in Mugello contro gli Ubaldini, e da prima fu nell’Alpe a Montegemmoli, rocca quasi inespugnabile, del cui presidio era alla testa Mainardo da Susinana e due figli suoi. Quindi lo stesso storico aggiunge, che era fuori della rocca in sulla stretta schiena del poggio una forte torre, alla guardia della via che andava al castello, la quale dai Fiorentini fu investita e presa, sicché poi il detto Mainardo rese Montegemmoli e con sacramento di restar fedele fu lasciato alla custodia della rocca medesima.

Al fortilizio di Monte Gemmoli appellano varie elezioni di castellini inviati alla sua guardia dopoché il Comune lo ritolse al ribelle Mainardo da Susinana.

Fra i primi comandanti fiorentini le carte dell’Arch. Gen. rammentano Zanobi di Gianni de’Marignolli, il quale dopo terminato il soo semestre nel di 29 dicembre del 1350 fece la consegna al milite Ugo del fu Guercio da Panzano nuovo castellano della rocca di Montegemmoli, compresa nel capitanato dell’Alpi fiorentine, potesteria di Firenzuola.

A Ugo da Panzano nel luglio 1351 succedè in castellano di Monte Gemmoli Geri del fu Simone Donati di Firenze; al quale subentrò nel 1 aprile del 1352 Gherardo del fu Corso Donati, e quest’ultimo nel 5 dicembre successsivo consegnò la rocca stessa a Giovanni d’Arrigo di Empoli suo successore. – (ARCH. DIPL. FIOR. loc. cit.)

Continuò la Rep. fiorentina per qualche altro tempo a inviare castellani alla custodia della rocca di Monte Gemmoli, fra i quali rammenterò la consegna della medesima, fatta nel 2 aprile 1366, a Domenico di Francesco Borghi di Firenze, per atto rodato da ser Brunellesco del fu Lippo di Tura, da quel notaro che fu padre al celebre architetto Filippo Brunelleschi. – Vedere FIRENZUOLA Comunità.

Pietramala

Su Pietramala viene confermata la signoria degli Ubaldini del Mugello da un atto di Federico II (di Svevia) “con privilegio del 25 novembre 1220 che fra le altre cose comprende la curia di Pietramala con i suoi allodj” , ma appare poco probabile che vi fosse un castello degli  Ubaldini.

Pietramala, da non confondere con «Pietramora», l’attuale Sasso di San Zanobi, ove certamente è esistito un castello, deve la sua importanza medievale al uo ruolo di nodo stradale. Da qui passava il collegamento più diretto tra Firenze e Bologna (1) fino alla costruzione del collegamento Futa-Raticosa, diventato una viabilità vera e propria soltanto nella seconda metà del settecento la direttrice viene trasformata in strada carrozzabile per iniziativa lorense (per facilitare le comunicazioni tra Vienna e Firenze). Il ministro De Rihecourt e il soprintendente alle strade Filippo Guadagni progettano nel 1747 il nuovo tracciato, più alto rispetto al precedente ma più breve. 

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(1) Lo Sterpos ricorda: – la deliberazione del 3 dicembre 1296 del Consiglio del popolo di Firenze sanciva la costruzione nel tratto Cornacchiaia – Le Valli della strada Bolognese due ponti, in pietra, sul Risano e sul Santerno.

– la riformagione del Consiglio del popoloi Bologna del 19 ottobre 1300 per un restauro generale, da San Ruffillo a Pietramale della strada per Firenze (e per Roma: si celebrava il primo Giubileo). 

PIETRAMALA – Castellare di Pietramala

Castrum Petramale o anche Pedramale, appartenva fin dal 1117 agli Ubaldni, concesso nel 1220 da Federico II, finchè nel 1283 si sottomise al Comune di Bologna (2). Nel 1300 tornò però in possesso degli Ubaldini, ma essendo oggetto di aspre contese fra questi e i Bolognesi, nel 1404 (3) se ne impossessò il Comune di Firenze che lo smantellò per sempre. La rocca sorgeva sul maestoso masso arenario dello «Castellare». (Bibl.: Casini, I, 79, 107, 114; Chini, I, 223; Ghirardacci, I, 263; Lami, 596, 755; Palmieri, Montagna, 197; Savioli, I, 1°, 179, 273; Statuti di Bologna, I, 100, 540, 542, 544, 545, 546).

(2) Negli  Statuti di Bologna del 1288 si legge infatti: «cum refermatum fuerit in consilio populi quod castrum et fortilitio Predamale venire et esse debeant in fortiam comunis et populi civitatis Bononie».

(3) Per altre fonti, nel 1403 Pietramala passa sotto il dominio de “i magnifici Priori delle Arti” di Firenze, la capitolazione è sancita da un documento scritto su sette fogli di cartapecora.

A Firenze nell’età comunale, quello di PRIORE era un titolo attribuito ai rappresentanti delle arti, che divennero una carica stabile con le riforme del 1282.

Peglio

PEGLIO (Pelium) sull’Appennino di Firenzuola nella Valle del Santerno. – Casale dove fu un fortilizio con chiesa parrocchiale (S. Lorenzo) già filiale della pieve di Bordignano, attualmente compreso nel piviere di Pietramala … È situato in costa sul fianco meridionale di un poggio di calcarea dolomitica, alla di cui base lambisce

Ebbero signoria in questo luogo gli Ubaldini, a partire dal secolo XII almeno, tostochò il castello con la sua corte e gli allodiali di Peglio fu uno de‘ tanti poderi dell’Alpi Mugellane confermato agli Ubaldini dall’Imperatore Federigo II con privilegio dato in Montemalo presso Roma li 25 novembre dell’anno 1220.

Anche in altro istrumento rogato in Bologna li 12 aprile 1228 gli stessi individui della casa Ubadini rammentati nel Privilegio imperiale del 1220 comprano da Uguccione di Alessandrino signore di Visano la metà per indiviso del Castello di Carpino nel popolo di Castelvecchio piviere di Bordignano, compresovi tutto ciò che egli in quella corte possedeva in uomini, donne e case, oltre un podere situato fra Carpino e Peglio. Per la qual vendita Albizzone di Ugolino di Albizzo degli Ubaldini comprante per sé e per Ubaldino suo fratello sborsò nell’atto medesimo la somma di lire 10500 di Bologna in contanti. – (LAMI, Mon. Eccl. Flor. T. I. e IV).

Diz.Geografico, Fisico,Sstorico della Toscana di  E. Repetti v. 4, p. 84 – 85

a cura di Franco Poli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello

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