Santerno

(o  San Pietro)

Il castello di Santerno, oggi Borgo Santerno, è posto all’ingresso della stretta gola che chiude la conca di Firenzuola e che dà sbocco all’omonimo fiume verso la Romagna. La posizione consente uno stretto  controllo  del passaggio, su  di un varco strategico per i collegamenti tra Firenzuola ed Imola e per tal motivo, molto probabilmente usato come “pedaggio” prima e più tardi come  “dogana”.

Si ha notizia che nel 1292 un ramo degli Ubaldini era insediato in questi castelli ed avesse una fortificazione in corrispondenza della gola che chiudeva a valle la conca dell’alto Santerno, che successivamente sarà utilizzata come dogana.

SANTERNO (S. PIETRO A) … 

Risiede  questa  chiesa  sopra  l’estreme  falde  meridionali  del  Monte  Coloreto  a  cavaliere del  fiume  Santerno  che  scorre  alla sua base e che diede il distintivo al suo popolo, del quale si trova fatta menzione  fino  dai  secoli  XII  e  XIII fra le carte de’ Camaldolensi.

Diz. Geografico, Fisico, Storico della Toscana di  E. Repetti –V.5 pg.169

Santerno o San Pietro (Castellare)

Poggiolo in loc. Borgo Santerno, citato in atto del Monastero di Moschea del 1243. Con il quale il Monastero di S. Pietro a Moscheta compra da Ugone di Ugone da Coldaia octava partis del castello di Santerno, duas partes di Poggialto e duas partes di Frena. (R. Francovich Castelli del Contado Fiorentino 1973)

Resta degli Ubaldini fino al 1373, quando Ugolino Ubaldini da Castello lo vendette a Firenze assieme ai castelli di Caprile e Frena. (R. Francovic Atti 1973)

Sasso di San Zanobi

(Pietramora)

L’attuale roccia è solo una parte dell’originale, scavata e smantellata a più riprese come cava di materiali inerti. Sulla sommità si trovava un castello degli Ubaldini, già citato in una lettera del Re Carlo D’Angiò nel 1271. Castello e chiesa di Pietramora appaino nel diploma di Federico II. Il castello fu ceduto a Firenze da Mainardo Novello nel 1326.

Si sottomise definitivamente al Comune di Firenze nel 1332 che lo demolì.

(Da: Forme e strutture del popolamento nel contado fiorentino v.II – P.Pirillo  – 2008)

PIETRA MORA nell’Appennino di Pietramala. – Contrada montuosa che diede il titolo alla distrutta chiesa di S. Zenobi a Pietra Mora nel popolo di Castelvecchio, piviere di Bordignano …

Probabilmente cotesta località ebbe nome di Pietra Mora dalle rocce ofiolitiche color verde cupo e nerastro che ne costituiscono la cima, e donde quegli abitanti estraggono le pietre per fabbricare le loro macini da mulino sotto nome di Pietra Maltesca. 

Su questa Pietra Mora fu un castelletto degli Ubaldini confermato coi suoi allodi dall’Imperatore Federigo II mediante diploma spedito da Monte Mario sopra Roma li 25 novembre del 1220 in conferma di altro privilegio simile stato concesso agli Ubablini dall’Imperatore Arrigo VI. Diz.Geografico, Fisico, Storico della Toscana di  E. Repetti 

Castello di Tirli

Nel 572 si accenna per la prima volta a questi luoghi quando l’esercito bizantino di Raenna inviò a Tirulum dei soldati per impedire la discesa di tribù longobarde che, battute presso Bologna, tentavano di scendere dal Santerno.

Da: Lorenzo Raspanti http://www.roncodelsole.com

Soggetto a Ugolino Ubaldini, con privilegio di Federico II nel 1220, castrum Tirli venne nel 1340 in possesso dei Fiorentini, i quali però due anni dopo se lo vedevano togliere ancora dagli Ubaldini. Recuperato nel 1350, durante la guerra tra il comune di Firenze e il  Visconti,  nel  1351  gli  Ubaldini  lo  occuparono  nuovamente.  Nel 1362 ne era padrone Gioacchino Ubaldini che alla morte lo lasciava al Comune di Firenze. Ripreso da Andrea Ubaldini nel 1371, due anni dopo venne espugnato dai Fiorentini e distrutto. Fu  l’ultimo castello degli Ubaldini che conquistarono i Fiorentini, in quanto gli altri si erano già arresi tutti. Evidentemente però, il Comune fiorentino dovette servirsene ancora, per fronteggiare le mire prima dei bolognesi poi della S. Sede, perché troviamo, come annota il Casini, che la rocca nel 1500 era presidiata da 50 archibugieri. Nel 1602 era ancora efficiente, ma poco più tardi venne definitivamente smantellata. Sul monte dove si ergeva la rocca restano poche tracce di muri ormai ricoperti dalla vegetazione.

Da: http://www.appenninoromagnolo.it/scheda.2295

Nel 1372 la Repubblica fiorentina comprò i castelli Ubaldini di Tirli e di Susinana (Palazzuolo Sul Senio), per la ragguardevole cifra di 7.000 fiorini d’oro. Questo atto permise a Firenze di rendere libera così la zona dalla soggezione di questa antica e potente famiglia feudataria, i cui castelli furono tutti rasi al suolo: se ne contavano, all’epoca, oltre 33 nel territorio

Da: Forme e strutture del popolamento nel contado fiorentino v.II – P. Pirillo 2008

TIRLI Parrocchia di S. Patrizio a Tirli; piviere di Camaggiore; … resti di una torre, della cinta muraria e  di  altri  edifici  sul rilievo  del  castello (Rocche e  castelli  di Romagna, p. 351). Altri riferimenti documentari per la prima metà del XIV secolo in Forme e strutture del popolamento, I, p.228.

1298,  aprile  10:  stanziamento  per  gli  stipendi  di  6  fanti  e  del  castellano  di  Tirli (Provvisioni, 7, c. 215r).

1298,  aprile 23:  ambasciatori  bolognesi  porgono  le  scuse  al Comune fiorentino  per le razzie operate dai Malavolti a Tirli (Provvisioni, 7, c. 139r).

1298, maggio 7: si stanziano cento lire da devolvere in «opere reparationis, reffectionis et fortificationis dictorum murorum et castri de Tirli» (Provvisioni, 8, c. 17v).

1298, giugno 2: si delibera l’invio di un «potestas et rector [ … ] pro custodia castri de Tirli melius facienda» (Provvisioni, 9, c. 45r).

1298, giugno 11: stanziamento per gli stipendi di 4 fanti inviati per tre mesi a guardia del castello di Tirli, a ragione di lire 3 mensili (Provvisioni, 9, c. 51r).

1299,  febbraio 28:  si  indennizzano  alcuni  abitanti  del  castello  di  Tirli  le  cui  case  sono state distrutte dai Malavolti di Bologna (Provvisioni, 7, c. 185r).

1300, maggio 2: elezione del castellano di Tirli (Provvisioni, protocolli, 2, c. 22v).

1304, ottobre 6: elezione del castellano di Tirli (Provvisioni, protocolli, 2, c. 59r).

1308, ottobre 27: lettera di presentazione del nuovo castellano inviato a guardia del castello di Tirli (Missive, l, c. 16v).

1319, gennaio l: stanziamento per lo stipendio al castellano di Tirli (Provvisioni, protocolli, 6, c. 101v).

1325: «Et spetialiter curent recuperare et retinere et manutenere, pro Comuni Florentie, castra Tirli et Conialis» (Statuto del Capitano del Popolo, I, Lib. IV, rubo 2, p. 154).

1324, febbraio 2 cfr. Valagnello.

1329, febbraio 16: si  richiede  al Comune di  Tirli  l’invio  di rappresentanti a Firenze  per prendere accordi intorno alla rifondazione del castello dove il Comune invierà una guarnigione (Missive, 4, C. 16v).

1342,  marzo:  gli  Ubaldini  distruggono  Firenzuola  e  prendono  per  tradimento  Tirli  (G. Villani, XII, 139, p.282 e XIII, 36, p. 383; Stefani, p. 192; Cronica civitatis Bononie, pp. 503-505).

1350,  settembre  17:  un  traditore  fiorentino  viene  arrestato  «a  piè  del  castello  de  Tirli» (Balìe, 6, C. 112r).

1360, dicembre 30: Ottaviano e Giovacchino figli del fu Maghinardo di Giovanni e Albizzo  del fu  Schiatta Ubaldini  si impegnano con il Comune di  Firenze  a dare appoggio ad armati fiorentini ed a contrastare chi voglia occupare un castello o un fortilizio nei pivieri di Riocornacchiaio, Bordignano, Camaggiore «seu in castro vel curia castri de Tirli seu in castro vel curia castri Rocche Brune» (Capitoli, protocolli, 8, cc. 38r e sgg.),

1369, maggio 22: atto rogato «in camera cassari castri Tirli» (Diplomatico, Riformagioni atti pubblici).

1373, giugno 10: il Comune di Firenze riprende Tirli (Diario d’Anonimo, p. 301).

1373, estate: cfr. Montegemoli.

1373, settembre 28: il Comune prende possesso di Tirli (Diario d’Anonimo, p. 301).

1373, ottobre 10: cfr. Visano.

1373, dicembre 12: la deliberazione dell’agosto passato che esentava gli uomini di Tirli dal pagamento di pendenze fiscali era stata poi mutata nell’obbligo di versare un fiorino d’oro.  Gli  abitanti  di  Tirli non avevano adempiuto a  tale incombenza, ma «considerata rusticitate, simplicitate et fidelitate hominum predictorum» si richiede ed ottiene di non applicare sanzioni nei loro confronti (Provvisioni, 61, C. 194v).

  1. Repetti – Firenzuola – v. 2; 6S, p. 286 – 294; 100 101

TIRLI DI FIRENZUOLA – Castello con chiesa prioria (S. Patrizio) nel piviere di Camaggiore, Comunità Giurisdizione e circa 7 miglia toscane a levante di Firenzuola, Diocesi e Compartimento di Firenze. Trovasi sulla ripa destra del fiume Santerno nelle pendici settentrionali del monte Fazzola che separa la Valle del Santerno da quella del Senio, sul confine del Granducato con lo Stato Pontificio dalla parte d’Imola.

Il Castello di Tirli nei primi secoli dopo il mille dipendeva dagli Ubaldini di Susinana, o del Podere fino a chè per testamento del 1362 Giovacchino di Maghinardo da Susinana rinunziò tutte le ragioni che aveva sui castelli dell’Alpi e del Podere alla Repubblica Fiorentina. Ma solamente dieci anni dopo i figli e i nipoti di Ottaviano di Maghinardo da Susinana, del ramo denominato delle Pignole, (anno 1373) rinunziarono alla Repubblica Fiorentina, mediante il prezzo di 7.000 fiorini d’oro, ad ogni pretenzione sopra i castelli del Podere e dall’Alpi fiorentine e segnatamente sopra quelli di Susinana, di Tirli e di Lozzole, i quali erano caduti poco innanzi in potere dei Dieci di Balìa.

Comecché il Comune di Firenze fosse stato costretto inviarvi truppe ad assediare quei castelli, gli abitanti Tirli, non ricevendo lo sperato soccorso, dopo alcuni giorni di assedio dovettero darsi in potere della Signoria. Per modo che può dirsi coll’ Ammirato essere stati questi gli ultimi castelli degli Ubaldini provenuti in potere del Comune.

All’Articolo FIRENZUOLA fu avvisato, che la residenza del vicario pel Comune di Firenze nell’Alpi fiorentine sembra che fosse stata anche in Tirli, deducendo ciò da una sentenza pronunziata costì nel 12 agosto 1409 da Donato Acciajoli di Firenze, allora vicario dell’Alpi fiorentine. – (ARCH. DIPL. FIOR., Carte della Compagnia di Scarperia).

Con tutto ciò il popolo di Tirli e di altri castelletti vicini al confine Pontificio sul declinare del secolo XV si erano ribellati dalla repubblica, alla quale volontariamente tornarono a sottomettersi per atto del 21 settembre 1482. La parrocchia di S. Patrizio a Tirli nel 1833 noverava 528 abitanti.

Quindi nell’anno susseguente, essendo stato vinto nel suo castello del Frassino, e a Firenze decapitato Maghinardo Novello, reputato il più valoroso uomo della stirpe Ubaldini, poco dopo il governo avendo compro il governo da Ugolino di Francesco il castello di Caprile nelle Alpi fiorentine, conquistò i castelli di Susinana e di Tirli, che i figlioli e i nipoti di Ottaviano degli Ubaldini delle Pignole rinunziarono alla Rep. per il prezzo di 7000 fiorini d’oro, oltre il castello di Lozzole e le ragioni che quei dinasti potevano pretendere nell’Alpi e nel Podere; per modo che si posero intieramente nelle braccia della Repubblica, la quale tolse di bando e liberò quei magnati da ogni condannagione, restituendo loro i beni allodiali del Mugello e dichiarandoli cittadini popolani.

Così dopo la seconda ricostruzione di Firenzuola, spenta che fu la potenza degli Ubaldini dopo essere stati spogliati dei 14 castelli ch’erano loro restati, otto dei quali nel Podere, ora distretto di Palazzuolo  e sei nell’Alpe de’Fiorentini, ossia nel circondario di Firenzuola, la Rep. istituì due Vicariati nelle parti transappennine, quello cioè di Palazzuolo nel distretto, e l’altro di Firenzuola nel contado fiorentino.

La residenza pertanto del vicario dell’Alpi fiorentine nei primi tempi sembra che fosse in Tirli e non in Firenzuola, dando ciò a congetturarlo una sentenza pronunziata in Tirli li 12 agosto 1409 da mess. Donato Acciajoli di Firenze, allora vicario dell’Alpi fiorentine. (ARCH. DIPL. FIOR. Carte dell’Arch. gen.)

Visignano

Del castellare oggi non restano tracce, soltanto la torre di guardia inglobata nell’abitato e la conformazione del poggio possono dare fede alle notizie storiche  del castello. Questa  zona  viene  citata  in  particolare  in  occasione  della  guerra tra  i  Visconti  e  Firenze  a metà del 1300.

Da: Rocche e Castelli di Romagna 1 – Bologna 1970

VISIGNANO – Castellare di Visignano (Firenzuola) [667]

Un pergamena del 976 rivela che «infra comitato Fiorenti» esisteva un «castrum dicitur Visignani»; ricordato in documenti del 1224 e 1269 come soggetto agli Ubaldini, apparteneva ancora a questa famiglia quando nel 1350 le truppe viscontee ne espugnarono la rocca difesa dai Fiorentini. Tornato in possesso del Comune di Firenze, venne concesso agli Alidosi di Castel del Rio per tornare, nel 1372, durante la guerra tra i Visconti e Firenze, di nuovo sotto i Fiorentini.

Nella parte alta di Visignano un poggetto rotondo porta il nome di Castellare; lavori agricoli hanno messo in luce le fondamenta della rocca.

Bibl.: Casini, I, 157; Cortini, Castel del Rio, 35; Repetti, III, 792.

a cura di Franco Poli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello

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