Lungo il percorso della strada statale della Futa, e precisamente a pochi metri dal suo inizio, in prossimità della Villa delle Maschere ― attuale comune di Barberino di Mugello ―sono visibili le strutture di quello che oggi è chiamato il Castello delle Maschere. Questo palazzo nonostante presenti un aspetto anticheggiante, in quanto costruito in forme che rimandano ad uno stile tardo-medioevale, non è altro che un edificio “posticcio” fabbricato nel corso del XIX secolo dal marchese Carlo Gerini allora proprietario della soprastante villa.

Tuttavia di un più datato centro fortificato ubicato nel medesimo luogo e risalente all’epoca medioevale rimangono ancora delle vestigia oggi in rovina ed alcune testimonianze scritte. Infatti il recente palazzo venne edificato sopra ed entro quello che un tempo era stato il perimetro murario dell’antico castello di Villanova, del quale restano parte di un portale turrito fortemente rimaneggiato e tratti della cinta e forse la base di un’ulteriore torre. Di questi elementi il portale, addossato alla struttura ottocentesca, appare costituito da blocchi di pietra non lavorati e ciottoli di fiume che ne attestano un rifacimento dovuto al Comune di Firenze fra la fine del ‘300 e il ‘400, come confermano anche gli stemmi repubblicani apposti sulla porta della rimanente torre. Mentre i pochi resti della cinta muraria e forse la base della seconda torre dovevano invece costituire parti dell’originaria costruzione del castello di Villanova che risaliva al periodo signorile, ovvero all’età più nota come“feudale” secondo una terminologia non più appropriata per gli studiosi del Medioevo. Oltre alle citate rovine anche le fonti scritte testimoniano l’esistenza del fortilizio ricordato per la prima e unica volta in un atto notarile pergamenaceo risalente al 1219, scritto presso il medesimo centro come si evidenzia nella conclusione del documento: «actum apud castrum de Villanova» (oggi conservato nel fondo Diplomatico dell’Archivio di Stato di Firenze). Tale castello era ubicato in posizione strategica posto a controllo del tracciato viario che dalla Sieve conduceva all’allora valico dello Stale, poco a nord dell’attuale passo della Futa e che a differenza di questo si dirigeva verso il territorio bolognese e la Val di Sambro e non del Santerno.Questo era appartenuto ai membri della casata signorile che dal medesimo centro aveva preso il nome: da Villanova appunto. Costoro, erroneamente creduti per lungo tempo esponenti di un ramo cadetto della grande stirpe degli Ubaldini, furono molto probabilmente anche i fondatori dello stesso castello.

Quella dei da Villanova era una prosapia signorile documentata a partire dalla metà del XII secolo ed era fortemente legata all’abbazia benedettina di Buonsollazzo, tanto che nella prima metà del ‘200 oltre a signoreggiare l’omonimo castello dal quale prendeva il cognome, i suoi esponenti detenevano consistentibeni nella valle del torrente Carza in prossimità del monastero. Infatti costoro possedevano parti di altri due centri fortificati ovvero la metà del castello di Carza (oggi Carzavecchia) e una quota di quello di Montecaroso che tenevano in condominio con il citato monastero di Buonsollazzo, entrambi nel comune di Borgo S. Lorenzo, inoltre alcune proprietà a Pietramensola (presso Vaglia). Tuttavia la loro sede principale rimase sempre il castello omonimo. Questa casata durante i primi anni del Duecento si divise in due rami dei quali il primo, che discendeva da Rustichello di Cacciacompagno entrò in relazione con gli Ubaldini,e pertanto ne condivise in pieno le politiche ghibelline, tanto che quando i Guelfi vittoriosi a Firenze nel 1267 con l’Aiuto di Carlo d’Angiò bandirono i Ghibellini dalla città e dal suo distretto, i nipoti di Bernardino di Rustichello dovettero abbandonare il loro castello e si rifugiarono presso gli Ubaldini a Montaccianico in qualità di loro vassalli. Mentre l’altra ramificazione della famiglia discesa da Geremia di Cacciacompagno abbracciò il partito guelfo, quindi in seguito alla vittoria ghibellina di Montaperti nel 1260 i suoi esponenti si videro devastare parte dei loro beni, fra i quali il palazzo che possedevano a Villanova posto a lato della «turris consortarie» (letteralmente la torre della consorteria), ovvero l’elemento portante del castello. Pochi anni dopo Villanova divenne possedimento fiorentino, tuttavia nel corso del ’300 i membri della famiglia sia quelli Guelfi e quelli che erano stati Ghibellini, continuarono a dimorarvi senza però esercitare forme di potere in quanto il dominio politico oramai spettava da tempo al comune cittadino.

Attorno alla metà del XIV secolo in occasione della guerra mossa dall’arcivescovo di Milano Giovanni Visconti contro Firenze (1351-1353), la località venne occupata dalle truppe milanesi. Ciò era accaduto perché, secondo la valutazione fornita dai cronisti fiorentini, il sito non era capace di fornire una valida difesa, pertanto terminata questa guerra la terra di Villanova dopo essere stata recuperata da Firenze fu deciso di rifortificarla. Infatti sono documentati lavori intrapresi dai fiorentini per completare le fortificazioni del castello attorno al 1375, interventi edilizi che probabilmente dovrebbero corrispondere alle strutture medievali che ancora oggi sono visibili sul sito come la porta turrita d’ingresso. In seguitoil castello di Villanova fu abbandonato, e venne acquistato insieme a tutta l’area circostante da Ottavio Gerini di Firenze nel 1611, il quale in tale occasione aveva comprato pure la soprastante villa. Questa nuova struttura, edificata negli anni immediatamente precedenti all’acquisto, assumeva la denominazione di Villa delle Maschere e fu ampliata notevolmente nel corso del XVIII secolo.

Pertanto nel recinto della stessa tenuta venivano pure compresi i resti dell’abbandonato fortilizio di Villanova dove, durante il successivo secolo, il marchese Carlo Gerini vi edificò presso l’attuale Castello delle Maschere annettendovi un oratorio dedicato a S. Iacopo in ricordo dell’antica chiesa parrocchiale del castrum medievale dedicata al medesimo santo che era stata soppressa nel 1565 ed era sicuramente edificata fuori dal recinto murario.

Lorenzo Cammelli
ricercatore in storia medievale presso le Università di Firenze e di Pisa

foto Marta Magherini

©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 6 marzo 2021

 

 

 

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