
BORGO SAN LORENZO – L’area pianeggiante a sud-est di Panicaglia si distingue per le qualità uniche di un territorio la cui fertilità ha garantito per lungo tempo risorse ed un’intensa attività agricola per quei popolani che gravitavano attorno alle ville de La Casa e del Corniolo, una zona nella quale si identificano ancora molteplici luoghi di culto e testimonianze sacre.
La chiesa di Santa Maria a Montefloscoli si materializza quasi inattesa in questo particolare contesto agreste, grazioso miraggio di minuta struttura di preghiera sulla stradella che collega le piccole frazioni di Mucciano e Piazzano. Il termine “miraggio” sembra il più adatto a descrivere un luogo forse destinato a svanire e dissolversi in un futuro prossimo che ormai sembra imminente. Inaccessibile da molti anni, la chiesa mostra infatti, un grave stato di deperimento che interessa ogni parte della struttura, dalla copertura agli annessi, tanto da rendere palese anche per il profano, l’urgente necessità di un radicale intervento conservativo.
Nonostante questa condizione deplorevole, il dovere morale prima di cristiani e poi di mugellani, ci spinge a ricordare e sottolineare, la sua lunga storia ed il ruolo sociale conseguito in passato; a rivisitarla ancora con immagini e notizie di qualche tempo fa, quando questo piccolo scrigno di fede si lasciava ammirare in tutto il suo splendore.
Pochissimo sappiamo delle sue origini che molti storici vorrebbero collocate nella prima metà dell’XI secolo.
Appartenuta al Capitolo fiorentino, fu inizialmente di patronato del popolo e poi citata nei decimari redatti nella seconda metà del XIII secolo. Nelle prime decadi del Trecento dipendeva dalla pieve di Borgo San Lorenzo ed era ancora accudita dagli stessi tutori del popolo. Nell’aprile del 1455 però, il patronato sarebbe passato ai Bruni, facoltosa famiglia di commercianti che si adoperò per consistenti interventi di restauro dell’intero complesso dotando la chiesa di nuovi arredi e suppellettili fra cui una superba tavola a fondo oro conosciuta poi come “Madonna della Cintola far angeli e Santi.”
Un’opera pittorica fra le più significative per il Mugello e che ha fatto la storia di Montefloscoli. Il polittico che fu per lungo tempo pala d’altare della chiesa, riporta sulla predella il nome di Cristofano Giovanni di Bartolomeo, committente della famiglia Bruni. Attribuita inizialmente ad Agnolo Gaddi o ad un discepolo della sua bottega, la tavola fu nuovamente studiata nella prima metà del Novecento e identificata come opera di un anonimo artista attivo nella prima metà del Quattrocento, ora meglio conosciuto come Maestro di Montefloscoli.
Ancora nel luglio del 1455, un decreto dell’arcivescovo Antonino Pierozzi, annetteva a quella di Santa Maria, la vicina chiesa di San Cassiano ed Ippolito a Montefloscoli, della quale non resta oggi che una cadente cappella poco distante da Santa Maria a Vezzano.
Nonostante il patronato dei Bruni ed un’intensa attività pastorale, nei tempi successivi l’edificio di Santa Maria doveva però mostrare progressive condizioni di degrado, tanto che dal 1567 con decreto della Curia fiorentina, il popolo di Montefloscoli venne unito a quello della pieve di San Giovanni Maggiore.
Tuttavia, nelle epoche successive, la chiesa Santa Maria a Montefloscoli avrebbe mantenuto il proprio ruolo di parrocchiale, registrando un incremento costante nel numero delle anime ed ottenendo il sostegno di un nuovo patronato, declinato prima alla famiglia Ridolfi e poi a quella dei Mancini.
Nella seconda metà dell’Ottocento, al tempo di don Federico Mennini, furono compiuti lavori per una radicale valorizzazione della chiesa, con importanti interventi eseguiti principalmente nella cappella di destra. Un cartiglio in ceramica datato 1861 posto a lato dell’altare della cappella, ricorda il nome del parroco ed il momento di esecuzione delle opere. Elemento questo, che valorizza e conferma le asserzioni degli storici del tempo, che indicano in quegli anni la prima attività decorativa di Pietro Alessio Chini, capostipite della celebre famiglia di artisti borghigiana, e che probabilmente fu autore della Madonna col Bambino affrescata nella volta della cappella e delle altre decorazioni al soffitto stoiato nella navata della chiesa, andate perdute con la demolizione del 1910.
Francesco Niccolai, nella sua Guida del Mugello, ci ricorda che proprio nel 1910 furono compiuti altri lavori di restauro e che insieme alla sostituzione del soffitto, i lavori avevano “ridotto la chiesa a forma latina,” affermazione questa, forse dovuta all’apertura della cappella di sinistra.
Ancora nella cappella di destra, la tela della Natività della Vergine fu sostituita in quel tempo con un “Tabernacolo d’imitazione robbiana composto con le ceramiche delle Fornaci Chini di San Lorenzo.”
Da un altro prezioso contributo di Marco Pinelli, storico del nostro tempo, apprendiamo poi che negli anni successivi la Seconda Guerra Mondiale, la chiesa fu prolungata nella sua parte anteriore. Non ci è dato conoscere quindi quale fosse l’aspetto della facciata primitiva; possiamo solo constatare che il prospetto attuale si mostra con profilo a capanna e ingresso coperto da una piccola tettoia a sua volta sormontata da due monofore affiancate. Sul fianco sinistro della chiesa si appoggia la cappella della Compagnia; minuta struttura coperta ad un solo spiovente che si allunga su tutta la parete settentrionale della chiesa fino al campanile.
Quest’ultimo si eleva su pianta quadrangolare e si conclude con copertura a padiglione, è munito di quattro fornici e quattro campane. Sempre nella parte tergale, resta godibile la piccola abside, particolarmente graziosa, interrotta da una stretta monofora e impreziosita alla sommità da una cornice di piccoli archi.
L’interno è ad una sola navata coperta a capriate, con paramento di piccole bozze a vista simile a quello esterno, secondo un impianto di costruzione che caratterizza l’aspetto dell’intera struttura. Il presbiterio è rialzato di un gradino con l’altare in blocchi di arenaria e grande Crocifisso ligneo. Nella calotta dell’abside restano tracce a fresco di una Madonna in Gloria fra cherubini.
Sulla parete sinistra si apre la cappella che da accesso al Fonte Battesimale e all’oratorio della Compagnia. Sulla parete opposta in posizione quasi speculare, è la cappella dedicata alla Madonna del Buon Consiglio, ristrutturata ed arredata nel 1910 con un altare di pietra sorretto da mensole a voluta.
Per volere del parroco pro tempore don Giovanni Paoli, nello stesso anno vi fu collocato il tabernacolo delle Fornaci San Lorenzo in terracotta invetriata, ornato da un festone di gusto robbiano a motivi vegetali e fruttami. Sul fondo di piastrelle blu con stelle dorate si colloca una riproduzione su vetro della Madonna col Bambino, miniatura dell’immagine dipinta sulla volta della cappella. Nella parte inferiore del tabernacolo è la figura alata di un cherubino e nei pennacchi della volta, gli stemmi gentilizi in maiolica policroma.
Sull’architrave del portale di accesso alla sacrestia resta scolpito un singolare stemma “alla banda caricata di tre stelle a sei punte sormontata da un lambello e tre gigli,” probabile emblema degli Eschini che nel 1748 avevano in Montefloscoli come rettore don Tommaso Giuseppe, un componente della loro casata.
Nel 1913 Felice Paoli, maestro ferraio da Santa Maria a Vezzano, ha realizzato una serie di manufatti in ferro battuto con candelieri ed altri oggetti per il culto, dotando chiesa e le cappelle di un pregevole arredo liturgico.
Alla fine degli anni novanta del Novecento per motivi di sicurezza, la pala d’altare della Madonna della Cintola, è stata affidata alla pieve di Borgo San Lorenzo e poi dal 2000 definitivamente esposta nel Museo di Arte Sacra Beato Angelico di Vicchio, dove resta tuttora visibile.
Massimo Certini
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 25 novembre 2024
4 commenti
Dal dopoguerra fino a qualche anno fa il parroco di Montefloscoli è stato don Domenico Bartolucci, pur residente a Roma per i suoi impegni di Direttore perpetuo della Cappella Sistina e poi Cardinale.
Massimo , mi sembra che Tu abbia tralasciato il riferimento della chiesa di Montefloscoli al suo ultimo piovano , e cioè al maestro di musica monsignor
Bartolucci che chiamato a Roma fu insignito di maestro di musica della cappella
Sistina , compositore di brani musicali religiosi famosi in tutto il mondo .
certo non si occupo più della chiesa di Montefroscoli
Buongiorno grazie per questo articolo. Concordo con il commento sopra, non dimentichiamoci di Monsignor Bartolucci…. io vivo nella zona e ho più volte provato a scrivere a Roma alle varie associazioni perché personalmente penso che sia bellissimo celebrare la musica di monsignor Bartolucci,onorarlo al Cimitero della Misericordia come è stato fatto anche recentemente, ma sarebbe altrettanto bello poter rendere omaggio a questo luogo che era la sua casa. Poter riaprire questa chiesa che è davvero un gioiello in una campagna meravigliosa sarebbe un dono immenso per tutto il territorio
Pingback: Il Filo – Il portale della Cultura del Mugello » Chiesa di Santa Maria a Montefloscoli