bachiacca-pieve-di-san-lorenzoBORGO SAN LORENZO – Questo dipinto su tavola costituisce uno dei più importanti capolavori conservati all’interno della pieve borghigiana. Rappresenta la figura, statuaria e languidamente in posizione con andamento a leggera spirale, affiancato da un santo anziano e barbuto, rivestito con un saio monastico bianco, tradizionalmente identificato con San Macario ma che potrebbe invece identificarsi col santo camaldolese Romualdo, con un bastone in una mano e un libro (la regola ?) nell’altra. Sul lato opposto campeggia la dolce e malinconica figura di San Vincenzo Ferrer, santo domenicano di origine spagnola, nell’atto di indicare, in lato, la figura di Cristo. Il tutto sullo sfondo di uno splendido paesaggio nordico.
Il dipinto è attribuito al pittore borghigiano Francesco Ubertini, detto “il Bachiacca” e costituisce un raffinatissimo esempio di pittura manierista dei primi del Cinquecento, databile negli anni 1515-1518. La statuaria plasticità michelangiolesca delle figure, l’astratta e lucida definizione delle forme e delle espressioni, il fulgore algido dei colori, la nitida definizione del paesaggio dai toni nordici, segno dell’influsso fiammingo e tedesco, fanno di questo dipinto un vero, intrigante, episodio di grande pittura, completata dalla raffinata lunetta sovrastante, raffigurante due angeli in volo che sorreggono la corona del martirio. Secondo una recente ipotesi, la lunetta e la pala quadrata in origine dovevano costituire un unica tavola, solo in seguito divisa in due parti, occasione nella quale, in tal caso, dovette essere realizzata la bella cornice quadrata con eleganti lumeggiature in oro.

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