BARBERINO DI MUGELLO – La mostra, realizzata in occasione della tradizionale “Fiera delle merci” di Novembre nei locali del chiostro della Pieve di Galliano, è stata resa possibile grazie all’ingente materiale documentario raccolto in occasione della serata “Galliano: l’Ospedalino ritrovato -un cantiere di storia ed arte” del 31 agosto 2019.
In essa una selezione di immagini storiche del paese sono state messe a confronto con fotografie odierne scattate per l’occasione da Silvestro Forasassi negli stessi luoghi. Grazie a ciò è stato possibile a qualsiasi visitatore della mostra poter fare una comparazione diretta ed immediata tra le stesse vedute del paese in epoche diverse.
Il confronto si rivela spesso assai impietoso per la situazione odierna di Galliano, che è il frutto spesso di una serie di modifiche arbitrarie e estemporanee realizzate negli ultimi trenta – quaranta anni senza seguire alcun disegno unitario e, spesso, senza avere nessun rispetto delle preesistenze. Osservando le diverse immagini si può vedere infatti che, mentre talvolta le modifiche si sono limitate agli elementi decorativi o di dettaglio (come ad esempio negli edifici del Corso), spesso invece gli interventi hanno portato ad un loro completo stravolgimento, come nel caso della ex “Casa del Fascio”, un bell’esempio di architettura razionalista trasformata oggi in un grosso edificio anonimo e completamente diverso da quello ancora visibile nell’immediato dopoguerra.
Oppure alla scellerata modifica di “Porta Fiorentina”, unica sopravvissuta delle antiche porte del castello, deturpata per sempre negli anni settanta del novecento al semplice scopo di permettere un più agevole passaggio dei camion provenienti dallo stabilimento dell’Acqua Panna. Per finire poi con alcune situazioni limite in cui gli interventi compiuti hanno portato addirittura alla completa cancellazione di un luogo, come nel caso della cascata del “Toro della Tromba”, ovvero il luogo in cui tutti i Gallianesi hanno in passato imparato nuotare, oggi praticamente cancellato.
Un altro aspetto che la mostra mette in evidenza è anche il cattivo stato di conservazione in cui versano molte delle antiche testimonianze storiche oggi visibili nel paese. Un caso emblematico è rappresentato dal ponte sul fiume Sorcella, sublime esempio medievale di struttura in laterizio a due arcate, ridotto ormai ad uno scheletro e con problemi strutturali tali da non permettere di essere molto ottimisti sulla sua sopravvivenza a breve.
Il risultato è così che oggi ci troviamo a cercare di rendere turisticamente attraente una valle che conserva solo una piccola parte di tutti quegli elementi e potenzialità riscontrabili ancora nel secondo dopoguerra.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 5 aprile 2020