L’introduzione è stata curata dalla vicesindaca Giulia Fossi che ha reso evidente come sia fondamentale per le istituzioni preservare il ricordo di quanto di drammatico è accaduto nella nostra Storia e come, sulla scia di Vittorio Foa, un impegno sociale orientato al futuro non possa mai prescindere da un legame con il passato.
Poi ha passato la parola a Fiorenza Giovannini, che ha salutato in qualità di Presidente dell’Università dell’Età Libera e cofondatrice della rassegna improntata sui valori. Dopodiché, si l’autrice Federica Montevecchi ha dialogato con Caterina Tortoli, spaziando da vari argomenti, a partire dal libro “Frammenti di futuro”: un’opera in cui vengono intervistati vari protagonisti del Novecento che espongono i loro ricordi: da Carlo Bo ad Antonino Caponnetto, da Nilde Iotti a Giorgio Bocca. Si è puntato l’accento sul concetto di memoria a tutto tondo, sia quando questa è riferita a piccoli eventi sia a grandi porzioni di tempo.
Infatti, ha puntualizzato Montevecchi, parlare di alcuni ricordi assume un significato particolare, per non dire proustiano: anche un minestrone fatto in casa, in un determinato contesto, può andare molto oltre il suo hic et nunc e aprire ad una serie di riflessioni. Dunque, a partire da una serie di ricordi appartenuti alle persone intervistate da Montevecchi e da lei definite “la parte migliore del Novecento”, si è passati a parlare della “parte peggiore”, ovverosia quel ramo di Storia che tutti abbiamo il dovere di preservare affinché non possa più accadere. È stato infatti molto citato nel corso della serata David Sassoli, un Politico onesto che ha inteso il suo lavoro come missione umanitaria e che durante il suo mandato propose come ulteriore simbolo dell’Ue la Rosa Bianca, in ricordo del gruppo tedesco di resistenza al Nazismo.
L’invito a una coscienza vigile, per dirla con Sassoli, è stato ripreso in chiusura anche dal Sindaco Stefano Passiatore il quale, ringraziando i presenti, ha invitato a riflettere sul tema principale della serata: il passato che costruisce il futuro. Aushwitz è per antonomasia il luogo del male assoluto, spesso relegato nei libri di Storia: guardiamo quanti altri lager sono davanti a noi per capire che Aushwitz è ancora presente, in altri luoghi, ma nelle stesse forme. La speranza, ha detto Passiatore, si può costruire solo con la consapevolezza: consapevolezza di ciò che è stato, ma anche di quello che ancora, purtroppo, permane.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 6 Febbraio 2023
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