1542, giugno. Un terribile terremoto sconvolge il Mugello, epicentro Scarperia. Morte e distruzioni. Donna Dianora Celli racconta che la Madonna guardava in volto chi passava e, alle prime scosse, pose il figlio sulle ginocchia e prego’ intensamente. Dopo il miracolo non morì più nessuno. Il popolo la venerò da allora come ‘Madonna dei terremoti’.

1613, chiesa di San Cresci. Scavando dietro al battistero vengono ritrovate le ossa dei martiri della Valcava. La testa del santo è addirittura riconoscibile. Verrà esposta in un prezioso tabernacolo sull’altare, che tutti la vedano.

1755, da un manoscritto conservato alla Biblioteca Moreniana: ‘Corre voce che verso Scarperia vi sia un’immagine della Vergine in marmo, col figlio in braccio,  che molti hanno visto stringere il figlio e aprire e serrare gli occhi. Molti sono che parlano che pronostichi tremori e peste’. 

Benché la scienza, già nel Seicento, avesse elaborato spiegazioni attendibili sul moto degli astri e sulla causa dei terremoti, c’era bisogno di affidarsi ai santi per sperare di salvare la pelle. Oddio, anche nel secolo della rivoluzione tecno-scientifica, il nostro, le cose sono cambiate di poco. Una preghiera male non fa, talvolta le Madonne lacrimano sangue, si manifestano in luoghi sperduti, ti piace farti sorprendere da un miracolo. È il nostro desiderio di superare la morte, la speranza di una vita ultraterrena. 

Della Madonna dei Terremoti di Scarperia si sa quasi tutto. È ancora lì, in bella mostra, in una cappellina prima di entrare in paese, delicata, soave. Una bella mano, non quella di Filippo Lippi ma comunque un dipinto di raffinata bellezza. Il popolo, acerbo di nozioni di fisica, si rivolgeva a lei per scongiurare eventi drammatici. A ben vedere, anche il Granduca Cosimo I era abbastanza carente di conoscenze scientifiche. Attribuiva il terremoto ai peccati terreni. Un Dio minaccioso si vendicava della colpa degli umani scatenando l’inferno. Era già successo con Sodoma e Gomorra. Allora meglio colpire i peccatori per evitare il ripetersi di un dramma. E così fece. Nel mirino mise bestemmiatori e sodomiti, prevedendo per questi ultimi addirittura la pena di morte. Come sai, non bastò. Pochi anni e il terremoto si abbatté di nuovo sul Mugello.

Della Vergine in marmo, invece, si sa poco. Si tratta della Madonna della Mela trafugata dal Bardini a Scarperia in una casa privata? Chissà, ma quella non era in marmo, era in terracotta. O forse è un riadattamento del racconto della Madonna dei Terremoti? Mah…

San Cresci divenne uno straordinario luogo di culto, onorato da plebe e da nobili. Per secoli. C’è semmai da domandarsi se la storia di Cresci sia vera, o almeno verosimile. Si sostiene che la storia non sia altro che leggenda, mito creato dalla Chiesa.

Può darsi. Del resto, dimmi tu come si vivrebbe senza godere di favole e leggende. Lì dentro ci sono i nostri sogni, le nostre aspirazioni, le nostre fughe dalla realtà quotidiana. Guai a toccare le leggende. Ci fanno tornare bambini. Meno male.

Riccardo Nencini

© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 23 dicembre 2018

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