Vi sono le faglie di Ronta, sicuramente attive, la zona di faglia a nord di Vicchio –Rupecanina e Rostolena, e la faglia della Sieve, verso Sagginale. Tra gli elementi di pericolosità c’è il fattore di amplificazione, che accresce la forza del terremoto in base alla situazione geologica, e questo fattore risulta più elevata ai margini del bacino, mentre si attenua nel centro della vallata.
Ma che il Mugello sia un’area a elevato rischio sismico ce lo insegna la storia.
Il 13 giugno 1542 un terremoto del IX grado causò crolli diffusi e inagibilità di gran parte del patrimonio edilizio, in una ventina di località mugellane, e tra queste Barberino, Borgo San Lorenzo, Scarperia e Vicchio. Le fonti storiche, pur imprecise, danno conto di molte vittime: “dei 12 mila circa abitanti della zona –si legge nello studio- morirono secondo fonti diverse da 500 a 120-150 persone, e il numero complessivo delle case distrutte o rese inabitabili fu da 1200 a 3000″.
L’8 settembre 1611 un altro terremoto a Scarperia, dell’VIII grado, che interessò anche la frazione di Cerliano: non si segnalarono morti, ma gravi lesioni agli edifici.
Il 5 aprile 1762 la terrà tremò a Sant’Agata e Scarperia, con un’intensità del IX grado.
Il 26 ottobre 1843 si ricorda il terremoto a Barberino di Mugello, dell’VIII grado.
Il 6 febbraio 1845, il terremoto di Borgo San Lorenzo – Vicchio, dell’VIII grado.
A Vicchio delle 1500 case che formavano il paese, ne crollarono 700, 500 divennero inabitabili e le restanti riportarono danni.
L’area di grave danneggiamento comprese altri 70 centri abitati e si estese, oltre che nel Mugello, anche nell’alto Casentino, nel Valdarno e nella parte appenninica della Romagna, dove gli edifici erano stati già danneggiati dal terremoto del 10 novembre 1918.
A San Godenzo la maggior parte delle case risultò inabitabile; la chiesa, monumento nazionale, riportò danni gravissimi.
A Dicomano si verificò il crollo della torre dell’orologio, alcune case crollarono e molte subirono gravi lesioni.
A Luco di Mugello l’ospedale riportò gravi danni, e i ricoverati dovettero essere trasferiti.
In tempi recenti quello più rilevante è datato 1960, ma provocò solo lesioni in decine di abitazioni.
Il primo marzo 2008 si registrarono alcune scosse, la più forte delle quali ebbe una magnitudo di 4.2 sulla scala Richter, con l’epicentro localizzato nei comuni di Firenzuola, Scarperia, Barberino, e Monghidoro ad una profondità tra i cinque e i dieci chilometri.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 30 agosto 2016