La Cassa Rurale della zona nasce, come le altre, dalla scelta del movimento cattolico di intervenire nella società. Momento fondamentale per la nascita delle banche cattoliche fu il Congresso Cattolico di Fiesole del 1896. Da quel congresso emersero le indicazioni a fondere due generi di istituti bancari: quelli commerciali ordinari e quelli commerciali popolari, di tipo cooperativo, operanti con i soli soci. Le banche cattoliche della nostra zona sono da ricondurre a questo secondo genere.

Sempre nella sede del congresso fiesolano erano stati scelti i principi informativi degli istituti bancari cattolici: la funzione subordinata del credito nell’economia sociale, assieme al rispetto di norme fondamentali quali la moralità, la giustizia distributiva, l’utilità generale.

La prima e più importante Cassa Rurale della zona nacque a S. Agata del Mugello nel 1898. Questa Cassa vide attivarsi per la fondazione, come nella generalità dei casi, il parroco del paese: nel caso specifico il pievano Don Claudio Bargilli. La parrocchia e la canonica, furono in questo caso, come in molti altri, il punto di riferimento della nascita e dell’attività della banca. Assieme al pievano furono attivi tra i fondatori della Cassa Rurale, Luigi Modi che ne fu presidente, il maestro Annibale Bartolini e Giovacchino Bartoloni che ne divenne segretario. Oltre alla Cassa Rurale di S. Agata, altre banche cattoliche ebbero vita a Palazzuolo sul Senio, dove la Cassa Rurale risulta già esistente nel 1899; a Borgo San Lorenzo, dove nel 1905 nacque il Piccolo Credito Toscano, con l’indirizzo di “favorire il movimento economico sociale popolare informato al principi cristiani”; a Barberino di Mugello, dove si parla dell’apertura di una agenzia del Piccolo Credito Toscano nel 1909; a Vaglia, dove la Cassa Operaia Cattolica di Depositi e Prestiti nacque nel maggio del 1909 e che espletò spesso la sua attività proprio nella pieve del posto”, a San Piero a Sieve, dove la Cassa Rurale di Depositi e Prestiti nacque il 26/6/1910 grazie anche alla partecipazione di tre parroci: Don Giuseppe Ciani; Don Olinto Bartolini e Don Attilio Parrini, con lo scopo di “migliorare la condizione morale e materiale dei Soci fornendo loro denaro nei modi determinati dallo Statuto” e infine a Piancaldoli (1910) dove la banca ebbe vita “con lo scopo di favorire direttamente e indirettamente il credito all’agricoltura” ed a Scarperia.

Discorso a parte merita, se pure in questo contesto, la nascita della Cassa Rurale di Luco di Mugello, costituita il 10/6/1923.

Luco e Grezzano erano, nel 1920, due tipici paesi del contado mugellano. 350 le famiglie di cui 190 a Luco e 150 circa a Grezzano. La maggior parte della popolazione era impegnata nel sistema mezzadrile, (95 famiglie corrispondenti al 44%); poi c’erano i lavoratori dipendenti (107 famiglie corrispondenti al 22%), i lavoratori del bosco (73 famiglie rappresentanti il 21%). Imprenditori e benestanti erano rappresentati rispettivamente da 39 e 22 famiglie corrispondenti al 6% e al 4%. Buona parte della popolazione era analfabeta e la situazione occupazionale non era certo delle più rosee.

Ad inquadrare correttamente il contesto, occorre aggiungere che in queste zone erano particolarmente forti e bene organizzate le leghe bianche (organizzazioni sindacali di contadini cattolici) e specificatamente a Luco di Mugello c’era una notevole vivacità di iniziative della parrocchia saldamente ancorate alla figura del parroco Don Dino Margheri.

Molte furono le iniziative di organizzazioni sociali patrocinate dal parroco di Luco, una tra queste occorre segnalare che nel 1921, assieme ad un gruppo di cattolici militanti del paese e dintorni, si riuscì a dare vita ad “una società di fatto intitolata Famiglia Patria e Dio”, allo scopo di costruire una sede per le associazioni cattoliche parrocchiali. In breve la sede fu un fatto compiuto e fu inaugurata il 29/6/ 1923. Proprio in ragione del suo marcato attivismo sociale di chiara matrice antifascista, il parroco Don Margheri e le sue iniziative risultavano invisi a tutti quelli che invece approvano l’emergente movimento dei fasci. Ciò forse spiega anche il silenzio dei documenti sul ruolo ricoperto da Don Margheri nella nascita della banca.

La Cassa Rurale di Luco nacque in questo quadro ed anche in essa ebbe buona parte la decisa volontà dello stesso Don Margheri. Le discussioni pare fossero iniziate per rispondere alla necessità di molta gente, dopo la prima guerra mondiale, la figura determinante da ricordare, tra i fondatori della Cassa Rurale, è quella dell’economo dell’Ospedale locale, Alessio Niccoli, uomo di cultura cattolica con possedimenti in zona e a Sesto Fiorentino, che fu anche il primo presidente della Cassa Rurale di Luco. Tra i soci fondatori sono anche da ricordare: Lorenzo Ciani, in origine bracciante poi piccolo commerciante proprio grazie ai crediti della banca; Luigi Tagliaferri agricoltore a mezzadria, cacciato dal podere proprio per le sue idee antifasciste; Luigi Sarchiani del quale non ci sono notizie precise; Domenico Landi, agricoltore nel podere detto di “Bosso”; Angelo Paoli, mezzadro; Severino Borselli, calzolaio che sarà poi chiamato dal presidente alla funzione di cassiere che ricoprì fino agli anni ’60; Luigi Landi, agricoltore mezzadro; Pietro Landi, artigiano, padre di Ugo Landi che sarà poi membro del Consiglio e vicepresidente della banca fino agli anni ’80. Di tutti i nominati era tratto distintivo la chiara professione di fede cattolica. L’atto costitutivo della Cassa Rurale, datato 10 giugno 1923, fu fatto davanti al notaro Becattini Giovan Battista, proprio nella casa canonica della Chiesa di San Pietro a Luco di Mugello.

Il primo consiglio apparve così composto: presidente: cav. Alessio Niccoli, vicepresidente: Borselli Severino, consiglieri: Checchi Pasquale, Ciani Lorenzo, Tagliaferri Luigi; sindaci effettivi: Ismaello Ismaelli, Don Giovanni Tomba parroco di Grezzano e Cioni Paolo. Dai pochi documenti esistenti e dalle testimonianze raccolte verbalmente, si può affermare che la Cassa Rurale di Luco nacque, come le consorelle, dall’esigenza di effettuare piccoli prestiti alla popolazione locale in prevalenza mezzadri e artigiani. La connotazione fortemente religiosa della cooperativa si evince, oltre che dal suo “essere nata in parrocchia”, anche dal fatto che tra i soci e consiglieri non si trova alcun nome di quei lavoratori del bosco che pure rappresentavano una larga fetta della popolazione, ma che militavano nelle organizzazioni politico sindacali opposte (leghe rosse, partito comunista).

Le prime riunioni del neonato istituto si tennero in parrocchia come si rileva dai verbali che riportano i dati relativi alle prime operazioni e anche da qualche testimonianza. La seconda assemblea della Cassa Rurale ebbe luogo al Circolo, 18 marzo 1925, nella sala denominata “Silvio Pellico”, ed è questa l’unica volta che i documenti fanno ufficialmente riferimento a questa sede, ma non c’è dubbio che fu proprio il Circolo la prima sede della Cassa Rurale e Artigiana di Luco.

Luco di Mugello. In questo stabile c’era la prima sede della Cassa Rurale del paese.

Nel 1926 occorre ricordare un fatto importante che accadde a Luco e che ebbe a protagonista il locale del Circolo. I fascisti del posto, che non avevano una sede decente si erano attivati fin dal 1922 per entrare in possesso dei locali del Circolo. Dopo varie vicissitudini l’operazione riuscì nel 1926, quando il Prefetto di Firenze sciolse con decreto la Società “Famiglia Patria e Dio” aprendo così la porta alla occupazione fascista dei locali.

La seconda sede della Cassa Rurale

Le conseguenze di questo evento sono riscontrabili nella storia della Banca attraverso i verbali di adunanza della stessa che, il 07 / 3/ 1926, fu fatta in una stanza dell’abitazione di Severino Borselli e avente all’ordine del giorno proprio “Provvedimento per la sede della Cassa”.

In seguito a questo fatto la sede della Cassa Rurale fu spostata per un lungo periodo in località “La Fabbrica” come ricordano alcune delle testimonianze raccolte. Dai resoconti delle prime adunanze e dai verbali risulta che il capitale della Banca era all’epoca inferiore a L. 30.000 e 10 erano i soci fondatori. Negli anni successivi il numero dei soci aumenta costantemente sia pure in maniera limitata. Dagli atti della prima assemblea generale del 13/01/1924 risultano alcune regole di funzionamento dell’Istituto. Libretti di piccolo risparmio con deposito massimo fino a L. 300; libretti liberi al 3,25%, vincolati fino a 6 mesi al 3,50%; 1 anno al 4%, 2 anni al 4,75%, di tasso d’interesse. L’Assemblea stabilisce un limite max. di credito a ciascun 200.000 socio di L. 5.000 e un limite max. che la società può contrarre in L. 200,000.

Dell’attività della banca nel corso degli anni, vanno ricordate le difficoltà incontrate durante gli anni del fascismo e soprattutto quelle del periodo bellico. Un’eco della difficile situazione attraversata durante il fascismo si trova nell’ Assemblea del 13/3/ 1938. Quell’assemblea ebbe infatti una parte ordinaria e una parte straordinaria ed è in quest’ultima che troviamo la variazione dello Statuto per ottemperare alle nuove disposizioni governative. Molto difficile fu poi l’anno 1944 quando le operazioni furono fatte alla “macchia”, cioè nel rifugio, dove fu provveduto a porre in salvo denaro, valori e quant’altro di utile al funzionamento della Cassa.

Altra assemblea importante è dunque quella del 25/3/1945, nella quale troviamo descritta la condizione disastrosa in cui versava la Cassa Rurale nell’anno precedente a causa del passaggio della guerra. Un’altra assemblea degna di nota è quella del Luglio 1956 quando venne adottato un nuovo statuto che regolava il funzionamento dell’Ente. Della storia recente della Cassa Rurale e Artigiana di Luco di Mugello, occorre segnalare la crisi del 1968 approdata nel 1972 alla fusione con altre “rurali”. L’Assemblea straordinaria dei soci del 12/12/1971 approvò infatti l’adesione alla società cooperativa a responsabilità limitata, denominata Cassa Rurale e Artigiana del Mugello (Piancaldoli-Coniale-Luco) con sede a Firenzuola, operante anche nei Comuni di Barberino, Borgo San Lorenzo, Castel del Rio, Scarperia, Palazzuolo sul Senio e Monghidoro.

Importante appare anche ricordare i nominativi degli uomini che si sono succeduti alla Presidenza della Cassa Rurale stessa, dalla fondazione (1923) fino alla fusione con le consorelle. Primo Presidente fu Alessio Niccoli (1923-24); secondo Leone Nencioli (1924-26); terzo Gaetano Ulivi (1926-29); quarto Pasquale Romagnoli (1929-54); quinto Felice Niccoli (1954-65); sesto Carlo Errati (1965 fino alla fusione). Del pari ci piace ricordare i luoghi che hanno visto la sede dell’attività dell’Istituto. Oltre alla già menzionata prima sede del Circolo, le altre sedi sono state rispettivamente alla “Fabbrica” fino al 04/7/1936 e alle “Quattro strade” (oggi incrocio tra via Traversi e via Farnocchia) fino al giugno 1970, anno d’inaugurazione della attuale sistemazione della banca in via Traversi al n° 35.

La banca ha operato nel tempo ovviamente favorendo il credito alla clientela locale fatta prima di mezzadri e piccoli artigiani e poi, soprattutto in tempi più recenti, di artigiani e commercianti del posto. Grazie al nuovo statuto, la cooperativa ha potuto ingrandirsi aprendo le sue porte ad imprenditori di un certo rilievo, senza trascurare la sua tradizionale clientela di piccoli risparmiatori. Tra le iniziative principali della Cassa Rurale di Luco, inquadrabili tra le finalità socio-mutualistiche (elargizioni) previste dalla sua costituzione, occorre segnalare in particolare l’appoggio fornito all’Ospedale del Mugello che allora aveva sede proprio a Luco e gli aiuti costanti offerti all’Asilo S. Giuseppe, la scuola materna parrocchiale con sede nel paese. Di particolare rilievo risulta ancora il contributo offerto dalla BCC alla nascita e al funzionamento del Museo di Casa d’Erci che raccoglie a Grezzano le testimonianze della locale civiltà contadina.

Luigi Tagliaferri
dal volume “La Banca del Mugello, Lalli editore, 1999
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 30 settembre 2023

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