La scuola Europea di Montesenario; riconoscibile Fulvio Valecchi, titolare per anni del bar dei giardini a Borgo (con la figlia Fulvia).

di Massimo Biagioni

Per l’8 marzo si parla di Bianca Bianchi (1914 – 2000) poliedrica figura di scrittrice, maestra, parlamentare.

E’ una buona notizia che le donne abbiano individuato un soggetto da ricordare in una data così simbolica, e a Borgo San Lorenzo (articolo qui) lo abbiano fatto le donne del PD, partito che con la socialdemocrazia non ha e non ha avuto nulla a che spartire.

Figlia di Adolfo, fabbro del paese di Vicchio, responsabile della sezione socialista, Bianca rimane orfana prestissimo e con la mamma si trasferisce a Rufina, dalla famiglia del nonno materno Angelo Cafaggi, che tanta parte avrà nella formazione della nipotina. Sarà lui il suo stimolo a studiare, diplomarsi, laurearsi, a sfidare le convenzioni del momento. Nonostante il parere negativo della mamma, che già apre il velo delle contraddizioni interne del mondo femminile: donne che dicono alle donne di stare un passo indietro.

La Bianchi cresce, insegna filosofia e si scontra con il regime fascista a cui oppone il netto rifiuto di uniformarsi alla regola corrente. Lascia la scuola e accetta l’insegnamento in un istituto di lingua italiana in Bulgaria. Rientra con l’armistizio e prende i contatti col Partito d’Azione, grazie anche a Ernesto Codignola, relatore della sua laurea.

Spigliata e determinata, partecipa alla campagna elettorale e viene eletta alla Costituente: è brava, ha tessuto rapporti con il popolo, è uno stimolo per le donne, è socialista: una bella figurina da esibire nell’album delle candidature.

Chi pensa di farla dimettere, chi la vede troppo giovane, chi comincia a osservare più l’aspetto fisico che le effettive qualità politiche. La “biondissima” interessa anche Vanity Fair, tanto da far indignare Jader Jacobelli, giornalista parlamentare RAI e a lungo moderatore delle “Tribune politiche” che hanno fatto scuola.

Tra le 21 donne della Costituente è la seconda socialista eletta insieme a Lina Merlin. Un’altra donna che le darà un gran dispiacere. A 32 anni parla in aula grazie al Presidente della seduta Giuseppe Saragat, con la disapprovazione dei “vecchi” maschi: deve intervenire il capogruppo, e i testi vanno sottoposti all’approvazione del partito! Anche la Merlin, di 27 anni più vecchia, non l’appoggerà; aspetterà il suo turno fino al 1958 quando proporrà la legge contro la prostituzione legale. Donne che dicono alle donne di stare un passo indietro.

Sorpassare Pertini nelle preferenze, raggiungendo la soglia dei ventimila voti genera invidia. E non verrà rieletta. Nel frattempo ha aderito al PSDI di Giuseppe Saragat, promuove i valori della socialdemocrazia, tenta l’ex Sindaco di Borgo Pietro Caiani (tirato per la giacca anche dal figlio Gino per l’ingresso nel PCI) per portarlo con sé. Ma Pietro non flette, “la storia dirà che avevamo ragione noi”. Mantiene i rapporti politici, con Fiammetta Bonamici, Celestino Rossi, i socialisti della provincia fiorentina; si scontra con la propaganda comunista che dipinge Saragat come traditore della sinistra.

Riprende ad insegnare e fonda la Scuola Europea di Montesenario nella metà degli Anni 50. Torna in politica nel 1970, consigliere comunale a Firenze e poi vicesindaco della città gigliata.

Fiammetta Bonamici, Bianca Bianchi e Celestino Rossi.

Esempio di levatura delle donne per di più insegnanti, come Maria Maltoni (che ricorda l’esperienza di San Gersolé, Dovadola 1890 – Fiesole 1964, infine anche consigliere comunale socialista di Pontassieve) e come Fiammetta Bonamici nei Vigiani, su cui andrebbero accesi fari luminosi. Maestre e artigiani, sarti, barbieri, lavoratori autonomi che potevano gestire meglio la propria indipendenza economica e, quindi, la propria libertà.

Bianca Bianchi lascia un sacco di esperienze, riassunte in diversi libri, la battaglia per il riconoscimento dei figli di “N.N.” che sarà realizzata dopo tanti anni, la consapevolezza che tutti possono provare a centrare un obiettivo, nonostante gli sgambetti, le gelosie, tanto più colpevoli se fatte da chi si mostra solidale.

Un esempio da tenere sempre a mente anche nei momenti attuali, un ammonimento a discernere, approfondire, irrobustirsi, e a lottare.

Buona festa. A tutti.

Massimo Biagioni
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 8 Marzo 2022

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