MUGELLO – Ormai i libri su don Milani non si contano più: è uno scaffale sempre più ampio, talvolta con testi ripetitivi e che ben poco aggiungono a ciò che si sa della straordinaria esperienza del priore di Barbiana. Non è certo il caso, invece, di un libro recentemente edito dalla LEF (la casa editrice “milaniana” per eccellenza) e scritto da Sandra Passerotti, di Pontassieve, moglie di uno dei ‘ragazzi’ di don Lorenzo, Fabio Fabbiani. Perché se il testo è strutturato in modo molto semplice, con una rassegna di numerose testimonianze, l’obiettivo di indagine è particolare, e fin qui poco approfondito. “Le ragazze di Barbiana” ne è il titolo e il sottotitolo specifica ulteriormente; “La scuola al femminile di Don Milani”.

L’autrice ne spiega la genesi. Durante un incontro su don MIlani “Una ragazzina dai capelli ricciolosi e bruni si alza: ‘Ma Barbiana era una scuola maschile? C’erano delle bambine?’. Quella domanda mi rimane nella mente, accende la mia curiosità. Da verificare, mi dico. Quando non lo so”. E il momento arriva presto, in occasione dei funerali di Michele Gesualdi. L’incontro con la sorella di un allievo di don Milani Giancarlo Tagliaferri, nativo di Palazzuolo sul Senio. E la sorella, Fiorella, alla Passerotti dice: “Sì certo, lui è mio fratello Giancarlo Tagliaferri ed è stato allievo di don Milani, ma anche io lo sono stata!” E tira fuori una foto con cinque bambine sorridenti, sedute sotto il pergolato di Barbiana.

Il libro inizia da quell’incontro, e da quella foto, che campeggia sulla copertina. E si dipana per quasi 200 pagine, frutto degli incontri e dei racconti delle ex-allieve di don Lorenzo, alcune anche a Calenzano, la maggior parte a Barbiana. Racconti inediti, “familiari” che restituiscono lo stupore e il grande affetto verso una figura certo non priva di difetti ma che era segnata dalla passione e l’amore verso le persone che gli erano state affidate.

Dai racconti delle allieve della scuola di Barbiana emerge davvero un don Milani umano, innamorato dei suoi ragazzi. Come quando scrive, nel luglio 1959: “Tu sai che il mio scopo principale è di fare la scuola per le bambine piccole e queste sono 6 o 7. Io penso soprattutto a loro perché l’anno prossimo voglio fare loro l’Avviamento come ho fatto coi ragazzi e voglio educarle in tutti i modi per farne delle figliole intelligenti, furbe, sveglie, capaci di difendersi, di guadagnarsi il pane, di mandare avanti la famiglia ecc. Dalle donne fatte invece ho poco da sperare”.

Numerose testimonianze sono di donne mugellane: Franca Righini di Bruscoli, Graziella Burberi di Barbiana, Anna Cecchini di Vicchio, Fiorella Tagliaferri di Palazzuolo. Che racconta: “Finita la messa il Priore mi chiama: “Fiorella in sagrestia!”, la sagrestia, sia chiaro aveva sempre la porta aperta. “Può sembrare brutto l’insegnamento che io ti do, Fiorella, l’insegnamento di ribellarti ai genitori, ma i genitori -devi ragionare con la tua testa- non sono tutti perfetti… come non lo sono i figli tutti perfetti… come non sono i fratelli tutti perfetti… come non sono i nonni. Tu devi ragionare, se la tua mamma e il tuo babbo sbagliano: allora tu hai il dovere di ribellarti, di non dargli retta. Se il tuo babbo e la tua mamma ti impediscono di venire a scuola perché secondo loro gli ho già rubato un figlio… ribellati!”. Infatti la mia mamma si batteva il petto dicendo al Priore: “L’ho fatto io Giancarlo, non è il tuo figliolo!”. Una caratteristica di don Lorenzo era che per lui eravamo i suoi figlioli e la cosa che non capiva nessuno era che ci amava proprio come figli, Io percepivo questo amore, io sentivo che ero importante per lui, che gli stavo a cuore. Gli importava di tutti i tuoi problemi, se ne faceva carico e cercava di aiutarti a risolverli”.

E da quelle testimonianze emergono tanti particolari, gli incontri a Barbiana, le iniziative che don Lorenzo prendeva a favore dei suoi ragazzi e delle sue ragazze, il mandarli all’estero.

Si arriva così in fondo al libro di Sandra Passerotti e ci sembra di esserci stati anche noi, in quegli ambienti di Barbiana, di aver conosciuto anche noi don Lorenzo. Un don Lorenzo visto con occhi femminili, ed è una visione per certi versi più profonda. Lo scriveva lo stesso priore, in una lettera del 1966: “Cara Giuseppina, mi rivolgo a te perché come sai l’unica differenza tra i maschi e le femmine è che le femmine capiscono qualcosa nei fatti altrui, mentre i maschi capiscono solo nei loro propri…”

Paolo Guidotti

© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 26 dicembre 2019

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