(La Tavola Frammentaria)
JACOPO DEL CASENTINO, detto anche JACOPO DA PRATOVECCHIO
(Pratovecchio, attivo in Toscana tra il 1320 e il 1350, morto nel 1380)
Tempera su tavola frammentaria
Crespino del Lamone (Marradi), Chiesa abbaziale di Santa Maria Nascente
Iscrizione: ANNO DNI MCCCXLII DOMINUS JOHS GHETTI DE RAMBRINIS DE FLORENTIA ABBAS CON. SCE
MARIE DE CRESPINO FIERI FECIT HANC TABULAM RESTAU VERO ANNO DNI MDIIII
L’iscrizione permette di datare l’esecuzione della tavola (1342) e il nome del committente, l’abate del monastero crespinese Giovanni Ghetti e, infine, la data di un primo restauro (1504).
L’attribuzione a Jacopo del Casentino si deve a Richard Offner, redattore del primo catalogo di Jacopo nel 1923-24.
La distruzione di gran parte della pittura (dal busto della Vergine al pavimento sul quale poggia il trono) è avvenuta in due momenti non precisabili del secolo XVIII, probabilmente per far posto a un tabernacolo.
La tavola, pur frammentaria, manifesta compiutamente il linguaggio “moderno” acquisito da Jacopo del Casentino nel contatto col maestro Giotto e con i suoi primi scolari.
Il trono a decorazione cosmatesca ha una elegante struttura marmorea, forse in origine cuspidata.
I due Angeli, simmetricamente appoggiati ai braccioli del trono, compongono un quadro di serena quiete interiore.
L’aver commissionato una tavola di tale pregio e modernità testimonia l’alto grado di cultura artistica che, attraverso il suo abate Giovanni Ghetti, il monastero vallombrosano di Crespino era in grado di esprimere nella prima metà del Milletrecento.
(Livietta Galeotti Pedulli)
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