Tutto ciò che mi sorprende mi appassiona. Così è stato nel breve atto unico “Maratona di New York”, visto questa sera al Corsini. Dopo un inizio assai lento, un dialogo fitto fra due amiche impegnate in una corsa di allenamento, in vista della maratona, il finale ci svela, sorprendendo lo spettatore, che una delle due donne è morta in un incidente stradale: quella corsa che impegna anche fisicamente le due protagoniste per tutta la durata dello spettacolo, altro non è che che una corsa solitaria sull’onda del ricordo dell’amica perduta. Il testo acquista profondità e originalità proprio nel finale, lasciando il pubblico sostanzialmente appagato. Ottima interpretazione della Cattaneo, particolarmente nella scena finale in cui prende consapevolezza che la sua corsa era già finita fra le lamiere di quell’auto. Fiona May a cui non manca certo il phisique di rôle dell’aspirante maratoneta, mostra un po’ di inesperienza teatrale e una dizione che ha reso certi passaggi incomprensibili. Nel complesso uno spettacolo gradevole.
Danilo Nucci