“Nel cuore del Mugello un museo che parla il linguaggio dell’arte contemporanea una sfida importante e significativa, non banale – afferma il vicesindaco e assessore alla Cultura Cristina Becchi- che ha portato nomi di rilievo ed una opportunità di crescita per il museo che ha registrato incassi superiori al 2018 del 30%, nonostante i 5 mesi di inattività per ristrutturazione. Segno che il pubblico ha gradito l’offerta e che la direzione scelta è giusta”
Nei grandi spazi di Villa Pecori Giraldi l’artista ha sviluppato un percorso che rivela gli elementi centrali della sua poetica, un dialogo con l’edificio e con ciò che rappresenta.
“Le opere che si susseguono nei sei saloni dedicati all’esposizione – spiega il Direttore del Chini Museo Alessandro Cocchieri- tracciano una grande mappa concettuale e ricognitiva dei molteplici linguaggi utilizzati dall’artista. “
In questa esposizione, che vanta anche delle opere inedite, Levini non manca di restituirci una visione dell’arte come forma nuova della realtà che appare – inevitabilmente – nella sua inedita complessità.
La tavola rotonda ha visto la partecipazione, oltre che di Felice Levini, anche di H.H. Lim, Gino Sabatini Odoardi, Donatella Spaziani, Alberto Garutti, Cecilia Casorati, Lorenzo Bruni, Valentino Catricalà e Arnoldo Mosca Mondadori che si sono interrogati sulle “implicazioni culturali e sociali della produzione artistica attuale e della sua ricezione e sull’opportunità di sdoganare il progetto “Chini Contemporary” come buona pratica per ridare la giusta centralità all’artista nel complesso sistema dell’arte italiana”.