MUGELLO – Verso gli anni Cinquanta in un paesino del Mugello addormentato ai piedi d’Appennino viveva un giovane simpatico che, però, aveva il brutto vizio di combinarne ogni giorno di cotte e di crude, tanto da essere diventato un incubo per amici e famiglia. Così insopportabile che fin da ragazzo fu soprannominato Marachelle. Sarebbe lungo raccontare qui tutti gli scherzi e le burle ideate dal soggetto in questione, ci vorrebbe un intero libro, e forse un giorno lo farò davvero; però almeno un piccolo fatterello voglio raccontarvelo per farvi capire meglio il personaggio.

Una bella sera di fine inverno Marachelle, come spesso succedeva, fu mandato a prendere le uova di gallina nel fienile. Mentre le raccoglieva e sistemava nel paniere, ricordò che la mamma aveva più volte raccomandato di controllare la cesta del granaio dove faceva l’uovo i’papero o, per capirsi meglio, l’oca. Lui ovviamente con la testa sempre fra le nuvole non l’aveva mai fatto. Arrivato alla cesta, ebbe una sgradita sorpresa e si preoccupò parecchio; infatti, conteneva ben 20 uova che, purtroppo, erano ormai lì da diversi giorni ed erano diventate “barlacce” come si dice dalle nostre parti. Inutile dirvi che Marachelle si beccò i rimproveri della mamma, e quello era il meno, ma anche tre sonori scapaccioni dal babbo così forti che gli fischiarono gli orecchi tutta la notte, come se avesse un treno dentro. In quei tempi le uova erano un bene prezioso e la fame davvero tanta. Con il caratterino che si ritrovava, però, il giorno dopo aveva già scordato tutto e preparò fischiettando “il corpo del reato” avariato da gettare; prima però doveva potare il frutteto come aveva ordinato per punizione il babbo. 

Mentre era in tali faccende affaccendato, una signora fiorentina in vacanza da quelle parti passò in bicicletta e si fermò: “Buongiorno ragazzo, come mai tagli quella pianta? Dopo non farà le mele”. “Questo è poco ma sicuro, signora, mele non ne farà …. gl’è un pero!” rispose Marachelle. La donna ci rimase male, ma nel frattempo a Marachelle, il cui cervello era eternamente in movimento, venne un’idea geniale e pensò a una burla per rimediare al suo errore.

Strizzò l’occhio alla donna come chi sta per rivelare un grande segreto: “Senta signora, se è interessata ciò dell’ova di conigliolo fresche fresche….”. “Ova di conigliolo?”, rispose lei, “ma che fanno l’ova i coniglioli?”. “Oh signora”, fece il giovane, “la un se lo faccia sentì dire, ma da ndo’ la viene, e la unno sa che la lepre fa i covo? E così i su fratello, i conigliolo. Se fanno i covo vuor dire che coveranno quarcosa o no?.Sicuro, sicuro, ” mormorò la donna perplessa ma che non voleva sembrare ignorante, “solo che non l’ho mai viste né mangiate… costano molto?”. “Eh, un po’ sì, ma ne vale la pena, sono bonissime e contengono delle vitamine eccezionali che fanno bella la pelle”. La donna, che ci teneva parecchio ad aver bella la pelle, a quel punto si convinse.

Così Marachelle corse a casa a prendere le uova, vibrò un calcione all’oca che protestava e le portò alla signora. Grandi e dalla strana forma allungata, davvero così la signora non ne aveva mai viste in vita sua. “Guardi come son belle grosse, ma mi raccomando, le metta subito via e la unno dica a nessuno perché i contadini son gelosi, le tengono per sé. Sa come dice il proverbio? Il contadino bene si ritrova a mangiar del conigliolo le ova!” s’inventò Marachelle su due piedi. La donna quel proverbio non l’aveva mai sentito, però nascose soddisfatta le uova nella borsa pagando quanto pattuito. Passando di lì il fratello di Marachelle la sentì sussurrare sottovoce: “Grazie ragazzo per l’ova di conigliolo!”.

Fu così che l’elegante signora se ne tornò in città convinta di aver fatto un affarone. E, una volta aperte le uova, un tremendo puzzo di marcio si diffuse nella sua elegante casa rivelando la truffa, ma lei preferì non dirlo a nessuno per non passare da bischera.    

Fabrizio Scheggi
(liberamente tratto dal libro “La panacea nella pigola”)
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 6 agosto 2023

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