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BORGO SAN LORENZO – È difficile e forse inopportuno parlare di una rappresentazione teatrale in cui si è stati anche parte attiva, ma questa volta non ne posso proprio fare a meno, tanto più che gli aspetti più tecnici e formali dell’evento cadono necessariamente in secondo piano di fronte al senso e al significato profondo dell’iniziativa.
Chi ha visto, nel pomeriggio di sabato 13 aprile al Teatro Giotto di Borgo San Lorenzo, questo particolare “Romeo e Giulietta” può essere certo di aver assistito ad un evento di assoluta novità, coraggioso e carico di umanità che avrebbe stupito lo stesso Shakespeare, se avesse assistito.
Il progetto è stato ambizioso e impegnativo ed ha coinvolto quattro RSA del territorio con tutti i problemi connessi allo spostamento degli ospiti, cosa che non avrebbe potuto avvenire senza l’impegno delle Misericordie, degli animatori delle strutture, dei volontari, il tutto coordinato dall’amministrazione locale (articolo qui) e dall’inesauribile Matteo Cecchini che anche dopo questa prova si può definire sempre più una risorsa del territorio.
Il merito maggiore dell’iniziativa è stato quello far passare l’idea che una permanenza in una RSA non deve essere per forza una sorta di “parcheggio a tempo”, ma può avere ancora spazi e modi di vitalità. E’ questo che fanno ogni giorno dipendenti e volontari in quelle strutture, cosa che, per necessità familiari, ho avuto modo di verificare direttamente negli ultimi mesi.
Alla domanda secca se quello di ieri è stato teatro, la risposta è semplice: è stato Teatro vero nello spirito delle origini, con molto, molto di più.
Danilo Nucci
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 15 aprile 2019
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