I rettili sono comunissimi, anche nel nostro Mugello: chi non conosce le saettanti lucertole? Chi non ha mai avuto un senso di paura e di ripulsa di fronte a una biscia? E che dire della vipera, oggetto di terrore mortale da tempo immemorabile? Da noi è presente solo l’aspide (Vipera aspis), ma in Italia ci sono altre due specie di vipere, quella dell’Orsini (sul Gran Sasso) e il marasso (sulle Alpi Orientali). È stato con quest’ultima che ho fatto per la prima volta una conoscenza diretta. Dopo la tesi ero andato in Carnia a fare rilievi geologici. Stavo attraversando un mirtilleto quando l’amico, che mi seguiva ad un paio di metri, mi disse di fermarmi e stare immobile. Obbedii, anche se non capivo il motivo, che mi fu chiaro quando vidi le piante di mirtillo vicino a me ondulare pian piano a causa di una cosa scura che si allontanava lentamente. Era per l’appunto un marasso, che non avevo visto perché coperto dai mirtilli.
Naturalmente gli umani la pensano diversamente e, data la sua pericolosità, cercano di ucciderla anche quando non ci sarebbe il motivo. A Castagno d’Andrea, un pomeriggio, mi portarono una vipera uccisa nell’orto vicino. Era lunga circa sessanta centimetri, la coda corta e tozza, coi disegni dorsali come di solito si trovano dalle nostre parti (i disegni possono variare). Chi l’aveva presa aveva, come d’uso, infierito sulla testa, impedendo così di vedere uno dei più importanti caratteri distintivi, cioè l’occhio, che ha la pupilla a fessura come i gatti. Notai che aveva il ventre ingrossato e così l’aprii: aveva mangiato da poco una lucertola, che uscì fuori dal suo corpo quasi intatta.
Ogni tanto si sentono racconti dell’uccisione di grosse vipere lunghe più di un metro. Ovviamente si tratta di innocenti bisce che hanno il solo torto di assomigliare a una vipera. Nel dopopranzo di una giornata estiva mi telefonarono a casa da Cuccino (una piccola frazione di Vicchio) chiedendomi se potevo recarmi subito sul posto. Trovai due campagnoli che mi mostrarono due grosse serpi vive chiuse dentro un barile. Uno affermava che erano vipere, estremamente pericolose proprio per la loro grossezza, mentre l’altro, che le aveva catturate a mani nude, sosteneva che si trattava di serpi del tutto innocue. Bastò osservare le pupille grandi e perfettamente rotonde dei rettili per escludere con assoluta certezza che si trattasse di vipere. Lo provavano le dimensioni stesse, perché la vipera non supera i settanta centimetri. Così feci anche una bella figura a buon mercato.
Ogni tanto c’è chi si chiede a cosa servano i rettili, in particolare serpi e vipere. Basti ricordare che sono grandi mangiatori di topi e quindi aiutano a controllare le popolazioni di animali che, data la loro grande capacità riproduttiva, sono in condizioni di creare notevoli problemi al delicato equilibrio del nostro ambiente.
Paolo Bassani
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 11 luglio 2021