MUGELLO – Un libro semplice ma entusiasmante, una scrittura scorrevole e allo stesso tempo profonda. Non ho conosciuto l’autrice, ma dopo aver letto d’un fiato i suoi dieci racconti, mi sembra di esserci stata da sempre in confidenza. Forse si tratta di un testo scritto principalmente per i figli e per il marito, per lasciare – a loro e ai nipoti – ricordi che sarebbero potuti svanire. Forse sapeva che non le restava molto da vivere, e l’intensità dello stile rivela il desiderio di donarsi ai suoi cari nella sua essenza più intima.
I ricordi in fondo agli occhi dell’autrice sono legati alla sua famiglia di origine, ai turbamenti dell’adolescenza, al suo essere moglie e mamma, insegnante e pensionata. Ogni cameo va a comporre il puzzle di una vita, della quale ogni istante è stato vissuto consapevolmente.
La stessa lucidità di analisi l’ho ritrovata in “Memorie di una ragazza perbene”, di Simone De Beauvoire, come nei romanzi di Natalia Ginsburg. Anche queste autrici di fama, infatti, scrivono di cose semplici, che potrebbero essere accadute a chiunque. Come le loro, le vicende delle quali racconta Marta non sono avventurose o rocambolesche, né lasciano intuire una qualche verità nascosta. Ma ogni vita è di per sé speciale, anche la più lineare, e qui lo si coglie nel modo in cui viene narrata, come una cosa unica e irripetibile. Una vita che Sanpaolesi racconta per come l’ha vissuta, con le emozioni di ragazza, di donna alle prese con la famiglia e con i tanti piccoli, grandi problemi di ogni giorno.
Il libro risale al 1998, pochi anni prima della sua morte prematura, ma è quanto mai attuale, un invito a rallentare il ritmo quotidiano, per assaporarne il senso, goderne tutta l’intensità. Attraverso questo libro, Marta continua ancora a vivere e a trasmettere il suo esempio di intelligenza e gentilezza, per come ha affrontato gli ostacoli con la certezza di poterli superare, per la consapevolezza della forza dell’amore e della fede. Tutto questo sembra attribuirlo, con riconoscenza, ai valori della famiglia di origine, agli incontri fatti, ai due splendidi figli con i quali è cresciuta. A Paolo, il suo punto fermo, marito, amico, compagno della vita.
Il libro, con il primo volume scritto dall’autrice, sarà presto oggetto di presentazione a San Piero a Sieve. Ne sarà data notizia su queste pagine.
Marta Sanpaolesi è nata a Firenze nel 1938, dove si è laureata in scienze politiche. Il suo legame con il Mugello è dovuto al marito, Paolo Facibeni, nato a San Piero a Sieve, dove – figlio del medico condotto Dr. Ettore – ha trascorso gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza. Con la famiglia, ha vissuto alcuni anni a Le Maschere, frazione di Barberino di Mugello, dove insegnava la lingua Inglese alle scuole medie. Trasferitisi a Firenze, hanno sempre mantenuto contatti con il Mugello, loro luogo del cuore. Ha scritto due libri, di cui il primo è Pagine Sparse (Ibiskos Editrice, 1992, Empoli), e quello qui recensito, Ricordi in fondo agli occhi (Florence Art Edizioni-I Libri di Pan, 1998, Firenze). Per i suoi racconti ha ricevuto in diverse occasioni premi e menzioni. È morta a Firenze, il 6 novembre del 2000.
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