MUGELLO – Oggi, volendo raggiungere velocemente Bologna da Firenze, le alternative sono molteplici: l’auto, il treno, l’aereo…
Poco dopo il 17 marzo del 1861, se dalla città del Fiore si voleva guadagnare ‘la Dotta’ o – parola di Pellegrino Artusi – ‘la Grassa’, e si disponeva di qualche centesimo, il mezzo più indicato – che avrebbe resistito ancora per diverse decine di anni – era la diligenza. In questo modo si sarebbe evitata una stracanata a piedi o, peggio, il brivido di uno di quei treni a vapore agonizzanti sulla Porrettana.

Gianpi, ipotizza appunto un viaggio in carrozza al traino di quattro cavalli, che dal centro di Firenze arriva fino a Bologna con a bordo cinque passeggeri, oltre all’immancabile postiglione. Cullati dal ritmo del trotto, la rima baciata dell’autore – seppure milanese – ci trascina in un accattivante itinerario, fra località storiche e bei panorami, alcuni dei quali ben conosciamo. Così, insieme ad alcuni flashback intorno ad aneddoti sui trascorsi di quei luoghi, emergono riflessioni condivise con i compagni di avventura.

In questi mesi che segnano un ritorno al viaggio, lasciamoci dunque trasportare dalla cadenza dolce dei versi, che suonano come un invito a quel turismo lento che non è soltanto una definizione, ma può portare veramente tanti benefici al corpo e all’anima. E, se come nel caso in questione, lo spostamento è per necessità, leggendo la poesia ci parla del recupero di uno scambio reale con i nostri pur casuali accompagnatori… piuttosto che immergerci nell’ipnosi del telefonino, e concludere il percorso da perfetti sconosciuti. Bravo Gianpi!

A Gianpi, gli amici di Campomigliaio
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – agosto 2022

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