Così il libro “Ballavano i cuori” scritto da Massimo Biagioni con Ferdinando Ferrini “Il Topo” – edito da Noferini- e dedicato al “mito del Teen Club” è un libro importante (articolo qui).
Anzitutto perché per molti Mugellani (ormai di una certa età) sfogliare queste pagine sarà una sorta di ritorno indietro nel tempo, a ritrovare volti e luoghi della giovinezza.
Poi perché il libro ricostruisce un aspetto significativo della società di quell’epoca: la musica come occasione per stare insieme, e i modi, molto diversi da quelli di oggi, con i quali la musica era gestita. I complessi che suonavano ogni dove, le prime discoteche, un mondo quello della musica anche a livello nazionale, ancora a misura d’uomo.
Nel libro si ricorda l’episodio dei Pooh che si cambiavano in casa di Angiolino Cocchi, in via I Maggio, sopra il Teen Club, nella camera delle figlie. O di Claudio Baglioni che veniva col suo furgoncino, anche ad attaccare i manifesti. O di Francesco Guccini che chiese e apprezzò il fiasco di vino locale che Cocchi era riuscito a recuperare in extremis.
Leggendo quelle pagine, scritte grazie a fonti dirette e di prima mano, sembra di esserci. Di essere in sala, di aver a che fare con i buttafuori, di vedere l’occhio vigile del maresciallo Quadalti, di condividere i legami e le attività, allora all’avanguardia, del “Topo”. Un effetto rafforzato dall’ottimo apparato fotografico del libro. Tante foto, tutte belle e stampate nel giusto formato, tante persone note -molte che si incontrano ancora oggi nelle nostre strade, magari con qualche capello grigio in più, altre che purtroppo -come Daniele Vallini- vivono solo nel ricordo.
Infine, il libro riporta alla luce anche un altro elemento importante, alla base dell’esperienza del Teen Club: racconta cioè la storia di un imprenditore vero, Angiolino Cocchi (leggi qui la sua intervista), che seppe muoversi in anticipo sui tempi, cogliendo le nuove esigenze che emergevano nella società e tra i giovani.
“Ballavano i cuori”, peraltro, è un bel titolo. E quando si arriva in fondo, alle ultime pagine -senza alcuna fatica perché il testo è agile e scritto con immediatezza-, il cuore del lettore mugellano si sarà sicuramente mosso. Perché il libro fa tornare vivi e presenti tempi passati, emozioni, esperienze. E’ un libro che (com)muove. Vale la pena leggerlo.
Paolo Guidotti
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 20 aprile 2021
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