BARBERINO DI MUGELLO – Ivo Guasti, insignito per i suoi meriti artistici dal Comune di Barberino di Mugello del premio “Barba d’Oro” nel 2020 (rileggi articolo qui), e scomparso il 19 luglio 2021, non è stato solo un poeta, ma ha composto anche – insieme all’amico giornalista, poeta e scrittore Franco Manescalchi – quattro testi di ricerca sul mondo delle campagne toscane. Il primo, edito nel ’73, porta il titolo “La Barriera”, ed è una raccolta di canti popolari contadini ottocenteschi e del primo novecento, corredata da ricostruzioni storico-sociologiche del contesto, che ne evidenziano i vari significati.

Dal libro fu realizzato uno spettacolo con la regia di Paolo Lucchesini, e con la partecipazione di artisti di grande livello. Da allora, diverse sono state le repliche, delle quali l’ultima nel ‘76, a Barberino. 

A seguito della donazione alla Biblioteca comunale – voluta dalla famiglia Guasti – di un fondo comprendente libri e documenti appartenuti a Ivo, sono stati ritrovati faldoni contenenti materiale prezioso sulla stesura de “La Barriera”, e dello spettacolo omonimo. Lo hanno spiegato martedì sera, 17 dicembre, al Teatro Corsini di Barberino, l’Assessora alla Cultura Anna Nuti e il promotore della serata, il musicista e amico di Ivo, Paolo Parrini. Da quel ritrovamento è partita l’idea di mettere nuovamente in scena la pièce, iniziativa alla quale hanno aderito con entusiasmo i cantanti della Compagnia “La Petruzza”: Lorenzo Barletti, Laura Borelli, Paola Giuntini, Filippo Margheri (che è anche il regista), Giuseppe Pietracito e Stefano Tagliaferri, con l’accompagnamento musicale dello stesso Paolo Parrini alla chitarra e di Francesca Morozzi al flauto. La serata, realizzata dal Comune con la direzione artistica di Catalyst e la collaborazione di Slow Food Mugello, è stata anticipata da un incontro di presentazione che si è tenuto sabato 14 dicembre alla Libreria Capitolo7.

Il risultato è stato eccellente e trascinante: non solo una carrellata di canti contadini eseguiti con l’intonazione e l’enfasi giuste, ma anche una riproduzione di scene, musiche e costumi degni di professionisti del settore.

Il repertorio ha compreso canti sul rapporto contadino-cittadino e sul disagio della vita agricola, fra denuncia e rassegnazione. Così, da “Il campagnolo e il cittadino”, a “Il pecoraro”, fino a “Lamento del contadino” e “Maremma amara”, lo spettacolo ha condotto in un percorso attraverso un mondo perduto, e proprio per questo denso di fascino. Da una parte l’ironia e lo scherno che contraddistinguono lo stesso spirito toscano, dall’altra l’utilizzo del canto come mezzo al quale affidare la propria condizione di mezzadri sottomessi al padrone o di lavoratori stagionali alle prese con le mille difficoltà contingenti.

Entusiasta la partecipazione da parte del numeroso pubblico – presente anche la sindaco Sara Di Maio – , mista all’emozione del ricordo di Ivo Guasti. “Lui (Ivo, ndr) sarebbe stato veramente felice di questa serata” ha commentato la moglie Ivana, seduta in prima fila insieme al figlio Alessio e alla nuora Margherita. E, pensiamo noi, avrebbe saputo anche sottolineare l’importanza della sua ricerca e dello spettacolo, tasselli di memoria che aiutano a non disperdere un patrimonio di ricordi nei quali – volenti o nolenti – affondiamo le nostre radici.


Elisabetta Boni
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 19 Dicembre 2024

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