MUGELLO – E’ sicuramente un bel contributo per il Mugello, il nuovo libro di Riccardo Nencini, “La bellezza. Petit tour del Mugello mediceo”, edito da Polistampa. Raro trovare un Mugellano che non ami il luogo nel quale vive. Magari ne criticherà gli scempi urbanistici, la poca attenzione all’ambiente, od anche certa arretratezza infrastrutturale. Ma l’ammirazione per questo angolo di Toscana è forte nei cuori di tutti i Mugellani. E Riccardo Nencini non fa eccezione. Franco Cardini, nelle sue righe di presentazione lo riconosce subito: “Il Mugello di Riccardo Nencini: non è né un libro di storia né -tanto meno- una “guida turistica”, per quanto potrebbe venir utilizzato nel senso del primo e consultato nel senso della seconda. Il suo è un atto di lucido, concreto e tuttavia appassionato amore per la sua terra”.

Diciamo subito che è un libro impressionante per la mole di argomenti che affollano le oltre trecento pagine che lo compongono. Nel titolo si fa riferimento al Mugello mediceo, ma nel testo, saltando ogni ordine temporale, si raccontano episodi della Resistenza e della più antica farina, preistorica, rinvenuta a Bilancino, del Trebbio di Giovanni Dalle Bande Nere e del luogo mugellano nel quale Mussolini incontrava la sua amante, del pievano Manti di Borgo San Lorenzo e di Galileo Chini, e tanti altri ancora.

Non basta, la storia mugellana, anzi, i suoi singoli episodi, spesso Nencini ama intersecarli con riferimenti storici più ampi, nazionali e internazionali, non senza qualche riflessione più generale sulla vita e i suoi dintorni. E sono così centinaia e centinaia i fatti e i personaggi che attraversano il libro, ma non basta ancora. Perché l’autore mette in pagina altre sue passioni: non la politica -ed è forse significativo dei tempi che corrono-, ma piuttosto la gastronomia e l’arte. Nel suo ideale ma concretissimo tour mugellano, Nencini cita ristoranti, locande, pasticcerie: anche loro “bellezza” mugellana, luoghi dove si sta bene, e la citazione si accompagna con l’enumerazione dei prodotti più gustosi, raccontati così bene da far venire subito la voglia di partire per l’assaggio.

Larga parte de “La Bellezza” è dedicata al patrimonio artistico, a quello presente, ma anche a quello che nei secoli il Mugello ha perduto, con opere involatesi altrove, sparite, asportate, rubate, vendute e perfino bruciate. E nel libro le si elencano, un elenco davvero lungo e stupefacente.

Basti questo per dire che il libro val la pena di essere letto. Qualche critico potrà trovarci qualche approssimazione, qualche piaggeria di troppo, o qualche semplificazione. Ma è un sicuramente un’opera importante, da mettere a pieno titolo nello scaffale mugellano. Va letta, ma va letta con metodo: perché, pur scritto con penna ben scorrevole, ad alta leggibilità, le pagine sono così dense di fatti e di riferimenti, che vale la pena gustarle e assimilarle a piccoli sorsi. Non è un libro da leggersi tutto d’un fiato, come magari è capitato per i libri di Nencini dedicati alla Fallaci, ma un testo da scoprire a poco a poco. E alla fine emergerà un mosaico davvero ricco e affascinante. E aiuterà tutti, Mugellani per primi, a guardare i nostri paesi e le nostre campagne con occhi diversi, più attenti e pieni di stupore e di riconoscenza verso chi in passato ha vissuto e lavorato in questa terra, rendendola così ricca di bellezza.

Paolo Guidotti

© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 23 giugno 2018

 

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