Nonostante i differenti luoghi e tempi di nascita, Rimbaud (Francia, Charleville , 1854) e Campana (Italia, Marradi, 1885) sono accumunati da un carattere inquieto e smanioso, da un destino di eterni ribelli contro il conformismo borghese e dall’essere stati preda per tutta la vita del demone del viaggio tanto che Rimbaud fu definito da Paul Verlaine “l’uomo dalle suole di vento” e Campana “l’ultimo dei nomadi della nostra letteratura “ da Errico Falqui. Il viaggio è per entrambi un grande itinerario esistenziale, un percorso spirituale di conoscenza alla ricerca di un mondo incontaminato pervaso di colori e musica nel quale la poesia è il solo strumento materiale per raggiungere un contatto con la natura primigenia, con la purezza originale. Da qui la necessità di inventare un linguaggio nuovo, una prosodia diversa, un ritmo inconsueto ed anche il tentativo di fare coincidere vita e poesia. Il rifiuto della vecchia Europa, di una civiltà appiattita portano Rimbaud in Africa e inducono Campana ad una fuga in Argentina.
Il programma della conferenza prevede l’intervento di Mirna Gentilini, Presidente del Centro Studi Campaniani, e di Roberto Cellini, Presidente del Centro d’arte Modigliani, e delle letture di Chiara Benedetti e Maurizio Paganini. Conclude l’evento Marcello Donatini che alla fisarmonica esegue tanghi per ricordare il 110° anniversario del viaggio di Campana in Argentina.
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