Piancaldoli

Castrum Plani Aldoli nominato anche Plancaldoli, venne eretto nel 1101da Aldo degli Ubaldini. Nel 1187 Urbano III lo concesse alla Chiesa cervese mentre Federico II, nel 1220, lo riconsegnava agli Ubaldini ai quali lo toglieva nel 1244 Innocenzo IV concedendolo alla Chiesa imolese: Più tardi se ne impossessò Maghinardo Pagani che nel 1276 resistette validamente all’assedio portato dai Bolognesi collegati ai Fiorentini. Nel 1292 si sottomise al Comnue di Imola e agli Alidosi, sei anni dopo venne aasediato ancora senza esito dai Bolognesi, che riuscirono ad entrarne in possesso soltanto dopo la morte di Maghinardo, avvenuta nel 1302; nel 1311, infatti, il Comune di Bologna provvide a fortificarlo con una rocca, mantenendone il possesso fino al 1350, anno in cui fu occupato dal Durafort, conte di Romagna. Dieci anni dopo Innocenzo VI lo concesse a Gioacchino Ubaldini che nel 1362, morendo, lo donava al Comune di Firenze. Nel 1371 era comunque di nuoivo soggetto ai Bolognesi ai quali lo toglieva nel 1405 il Cardinale Cossa per cederlo ai Fiorentini «et dengligo» annota un anonimo cronista bolognese «per cinque millia corbe de formento…». Il dominio di Firenze sul castello durò circa settant’anni; nel 1473, infatti, Sisto IV lo concesse al nipote Girolamo Riario in quale cinque anni dopo incaricò Antonio e Francesco Marchesi di rinforzare e ampliare la rocca. Nonostante ciò nel 1488 venne assediato dai Fiorentini ed espugnato, rimase  così definitivamente in possesso del Comune di Firenze. «… vi si mandò per le mani deli otto dela pratiche dela ghuerra vi mandarono Ardovardo de’Medici cho giente assai e isoingharde, ferament, polvere assai…»

Da: Rocche e castelli di Romagna Vol.I – [533]

Girolamo Riario, nipote del Papa, Sisto IV … Aveva sposato Caterina Sforza, figlia naturale di Galeazzo Maria.

Questa donna eccezionale risiede spesso nei suoi possedimenti di Imola e non di rado trascorre del tempo nella sua Rocca, in realtà munitissino castello, di Piancaldoli, che faceva parte della sua contea. Caterina per il coraggio dimostrato … l’eroina del Rinascimento. Ha sposato tre volte, e per tre volte è rimasta vedova. Girolamo Riario, …  finirà anch’egli assassinato … Il secondo marito e, probabilmente suo amante anche durante la relazione con Girolamo, si chiama Feo, sposato segretamente, verrà anch’egli assassinato. Infine, Caterina sposa Giovanni dei Medici, su consiglio di Lorenzo dei Medici. … le lascerà un figlio che diventerà in seguito un famoso condottiero: Giovanni dalle Bande Nere. Torniamo alla Rocca di Piancaldoli e agli anni felici in cui Caterina vi soggiornava e passava lunghissime ore piacevoli con l’unico uomo che aveva scelto per la sua vita, il giovane Feo. Gli altri due mariti le erano stati imposti o “consigliati” per interessi politici ed economici. La leggenda popolare vuole che ogni anno “la temuta guerriera, montata su un cavallo, armata di spada, nella notte di Natale, torni in quella vecchia Fortezza per osservare minacciosa la sottostante borgata”. Oggi di quella Rocca, una volta forte e potente, resta una sola torre, con una bellissima finestra tre-quattrocentesca. La torre è stata restaurata recentemente e vi si può accedere per una stretta stradina medievale, in località Poggio. Il 20 novembre 1490 la Comunità di Piancaldoli si sottomette definitivamente a Firenze e si obbliga di offrire “l’annuo tributo di un cero per la festa di San Giovanni”.

Da “I Monti della Pietra” (online) di Paolo Campidori

Poggialto

Poggialto faceva parte della consorteria degli  Ubaldini di Frena assieme al castello di Santerno, sulla cui spianata si svolgeva il mercato, prima del consolidamento di Firenzuola da parte della Repubblica Fiorentina

POGGIO ALTO – Poggialto

A sud-est di Firenzuola [627]

Castrum Podii Alti era soggetto nel 117 agli Ubaldini, confermato nel 1220 da Federico II. Gli stessi Ubaldini nel 1242, lo donarono all’Abbazia di Moscheta, dopo di che venne degradato a villa.

Poggialto (di sopra) è una casa colonica a ridosso di un poggio sul quale si rinvengono le fondamenta del castello.

Bibl.: Casini I, 79, 83, 93; Lami, 596, 755; Savioli, I, 1°, 179

Rocche Castelli di Romagna, AAVV – Ed ALFA Bologna 1970

Rocca Bruna

Rocca Bruna (Scheggianico) Fortificazione posta sopra la confluenza del T. Diaterna nel Fiume Santerno presso  Scheggianico che sovrastava l’antico ponte di Camaggiore, sulla strada “Montanara” fra Imola e Firenzuola. Resti riscontrabili sul posto.

Castrum Brune, appare in possesso degli Ubaldini nell’editto del 1220 di Federico II;

1306 – resistette al primo assedio dei Fiorentini;
1332 – il Comune di Firenze e gli Ubaldini si accordano per la «custodia del castello»;
1349 – dopo la conquista di Montegemoli, i fiorentini assediano ed espugnano anche Rocca Bruna;
1350 pagamenti e provvigioni per la custodia di Rocca Bruna (Balie, 7, c.33v)
1351 maggio 23, ingresso nel nuovo castellano inviato da Firenze (Diplomatico, A.G. contratti);
Un tal Geppolino di Andrea Geppi è il castellano di Rocca Bruna;
1369 nel «palatio castri Roche Brune» si roga un atto;
1373 Rocca Bruna viene presa ed incendiata dai Fiorentini (Villani, II, 30; Stefani, 286)
1373 agosto 30, il castello delle Pignole e quello di Lozzole con i loro distretti vassalli, ecc. erano stati venduti al Comune dai fratelli Andrea e Ugolino figliuolo di Ottaviano degli Ubaldini. – (Le Riformagioni)
1378 – Dopo l’ennesima ribellione degli Ubaldini per riprendere le loro rocche (?), risulta una nuova cessione forzata, della Rocca di Belmonte e della Rocca Buna, distretti vassalli dei castelli delle Piagnole e di Lozzole, già venduti a Firenze da Andrea e Ugolino di Ottaviano degli Ubaldini.

Da:  Forme e strutture del popolamento nel contado fiorentino v.II – P.Pirillo – 2008 Diz. Geografico, Fisico, Storico della Toscana di  E. Repetti Rocche e Castelli di Romagna Vol.I 1970 [375]

San Pellegrino

San Pellegrino
Il castello, più probabilmente un ospizio esisteva sul  luogo dell’attuale chiesa.

PELLEGRINO (S) nella Valle del Santerno. – Chiesa che fu ospizio de’pellegrini, ma che ora dà il nome alla cappellania curata de‘ SS. Domenico e Giustino nel piviere e popolo di Camaggiore,

Questa chiesa di S. Pellegrino sul Santerno esisteva fino dal secolo XII, tostochè essa fu registrata da Cencio Cardinal Camarlingo nel catalogo del 1192 fra le chiese della diocesi fiorentina  che pagavano un annuo  censo  alla  corte  romana,  … trovasi lungo il fiume Santerno presso un’antica strada che anco nei tempi romani doveva esistere fra Imola e cotesta parte dell’ Appennino toscano, appellata ne’ tempi bassi l’Alpe degli Ubaldini, poi Fiorentina. Cotesta contrada ebbe nome da una chiesa presso un ospedale di pellegrini, che fino dal secolo XII soleva pagare una tassa annua alla Camera Apostolica di Roma di dodici marabottini.

Diz. Geografico, Fisico, Storico della Toscana di  E. Repetti

a cura di Franco Poli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello

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