Dolce mio Babi, qui ti mando una fotografia, poi mettila come ricordo nell’album insieme alle altre, la cartolina illustrata che mi hai mandato per Pasqua l’ho già ricevuta e ne sono stato molto felice, auguro a te e anche alla mamma e alla nonna una felice Pasqua, con la speranza che tra non molto ci rivedremo, fino ad allora innumerevoli baci dal vostro amato padre
“Il testo di questa cartolina – racconta il presidente di Gotica Toscana Luca Faini – una delle tante presenti in questa mostra, dice poche e semplici parole. Ma queste parole avevano una enorme importanza per il soldato al fronte che le scriveva o le riceveva, perché erano l’ultimo appiglio al ricordo di una vita normale vissuta a casa in pace con i propri cari. Un testo come questo potrebbe averlo scritto un italiano, un austriaco. un russo, un ungherese o un francese… Dopotutto la sua provenienza non è importante, perché ciò che gli uomini provavano era sempre lo stesso per ogni nazionalità a cui potevano appartenere: timore per il futuro, nostalgia, speranza di tornare a casa in licenza, ma anche patriottismo e volontà di servire al meglio il proprio paese. In fondo, gli uomini che si ammazzarono a vicenda sul campo di battaglia per lunghi anni, avevano più cose in comune tra loro di quelle che li differenziavano. A cento anni dalla traslazione del Milite Ignoto all’Altare della Patria abbiamo voluto ricordare, insieme al simbolo del supremo sacrificio per la propria nazione, anche i milioni di uomini di tanti paesi diversi che vissero, e spesso morirono, in una guerra globale dalle dimensioni mai viste prima di allora”.
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 27 ottobre 2021