MUGELLO – Con poche parole la chiave di lettura dell’ultimo libro di Riccardo Nencini, “Condannato a morte. Il viaggio di Dante tra Toscana e Romagna” lo dà Franco Cardini: “Non è un libro di storia – scrive nella quarta di copertina – è un atto d’amore per queste terre”.

E ha, come sovente capita, ragione piena. Perché il passaggio di Dante in terra mugellana e romagnola ha riscontri labili. Possibili, ma non certissimi. Nencini li sostanzia in modo egregio, ma correttamente fa capire che non di un libro di storia si tratta.

Le pagine dell’agile libro, sessantatré in tutto sono un viaggio tra Toscana e Romagna. Un nostro viaggio anzitutto, tra la storia antica e quella recente e recentissima. In compagnia del Sommo poeta, attraverso suggestioni, ipotesi verosimili, tradizioni. Unica cosa certa è la presenza di Dante a San Godenzo. Per il resto è affascinante congettura. Tutto raccontato in modo originale e intrigante, con frequenti e sorprendenti digressioni che si affacciano sul presente. E non perdono di vista i luoghi, messi sempre in primo piano.

“Nell’anniversario di Dante -nota l’autore –  in tanti hanno rivendicato la presenza di Dante, anche solo per un passaggio. Ma qui in Mugello Dante c’è stato davvero, per ragioni militari. Qui Dante è ancora un soldato, non un poeta. E il legame con questa terra è importante, perché dopo l’esilio  il poeta qui conosce la speranza, la speranza di poter tornare a Firenze. Uscito dal Mugello, dopo la sconfitta di Pulicciano, questa speranza si perde”.

Il libro esce quando l’anno dantesco è terminato. “Ho voluto uscire dal coro – conclude Nencini – e ho voluto continuare a parlare di questa grande figura, ma non sotto l’aspetto letterario, bensì legandolo a un preciso territorio”.

© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 16 febbraio 2022

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