MUGELLO – Maximilian Chini è un fotografo mugellano. Lo abbiamo incontrato. Perché ci racconti di sé, della sua idea di fotografia. E ce lo racconti con le parole e con le immagini.

Chi è Maximilian Chini? Fotografia, arte e design: questa è la mia vita. Sono nato a Firenze nel 1967 e da anni abito a San Piero a Sieve.

Quando hai preso in mano la tua prima macchina fotografica? La mia avventura nella fotografia inizia all’età di otto anni quando alla prima  comunione ho ricevuto una Kodak Instamatic 130. La prima fotocamera che ho comprato è stata una Yashica 108, ma è stato con la Nikon F100 che ho iniziato davvero a scoprire il vero potere della fotografia, con due tipi di pellicole: Fuji Velvia 50 e Ilford FP4.
Con il nuovo millennio sono passato alla fotografia digitale, devo dire con molte difficoltà, ma negli anni sono riuscito a fare pace con tale fotografia ed ora ho scattato con una fotocamera mirrorless Sigma SD4 ed ottiche fisse 20mm e 105mm anch’esse Sigma, linea ART.

Come definiresti la tua fotografia? La mia fotografia cattura ciò che vedo intorno a me, niente è costruzione, tutto è reale. Emozioni, linee, colori, forme, armonia, equilibrio, tutto ciò che riesce a catturare la mia attenzione diventa una foto. Paesaggi urbani, natura, architettura, interni, strutture industriali, tutto può essere ripreso in immagini e diventare qualcosa da guardare con piacere ed emozione. Con la mia fotografia voglio rendere giustizia a ciò che le cose sono realmente.

I soggetti non ti mancano… Fortunatamente riesco a viaggiare spesso per lavoro: Europa ed Asia sono le mie principali aree di lavoro. Il 1996 il primo anno in cui ho visitato Hong Kong prima del rientro dello stato sotto la repubblica Popolare Cinese; novembre 2019 l’ultimo viaggio nell’estremo sud della Corea, prima che il Covid ci fermasse tutti a casa: da allora non mi sono più potuto spostare.

Tu sei vissuto e vivi in Mugello e hai girato il mondo. Da un punto di vista “estetico”, “fotografico”, quali sono le caratteristiche della nostra terra, gli elementi che la contraddistinguono, le cose più belle o intriganti da fotografare? Intanto complimenti per la domanda… non è facile rispondere, poiché quasi mai parto con una idea di foto da realizzare: ho in mente il posto, la situazione o il soggetto, ma poi lascio fare a ciò che più mi cattura nel momento… per questo, la nostra terra ha veramente tante cose che mi emozionano. La bellezza e la natura dei nostri luoghi in primis: io abito in campagna, fra San Piero e Scarperia; la strada che va da Gabbiano a sant’Agata è qualcosa di straordinario, è un paesaggio che non ha niente da invidiare al Chianti. Poi le nostre montagne e/o colline: le zone che vanno da San Cresci a monte giovi, ricchissime di calanchi… le cave della zona di Firenzuola… tutta la zona sopra a bilancino, sia lato Futa sia lato San Giovanni in Petroio fino alle Croci di Calenzano da un lato e Spugnole dall’altro.
La storia che è parte del nostro Mugello: con tutti possedimenti medicei (Cafaggiolo, Fortezza di San Martino, il Trebbio).
L’arte di Giotto e del Beato Angelico, fino ad arrivare ai Chini, con i manufatti sparsi per tutto il nostro territorio. Per chi non lo sapesse o non vi fosse mai stato riporto che il Prado di Madrid, uno dei musei d’arte più importanti al mondo, ha in copertina del suo catalogo, l’”Annunciazione del Beato Angelico”, non un dipinto di El Greco, Goya o Velázquez…
Tutte le nostre pievi: Da sant’Agata a Borgo san Lorenzo a San Giovanni, San Cresci…
I centri storici dei nostri paesi: Scarperia, Vicchio, Borgo san Lorenzo, San Piero…
I personaggi del nostro recente: Don Milani e la chiesa di Barbiana.

Vorrei anche ricordare un mio carissimo amico, Paolo Parigi, creatore assieme al fratello Giovanni della “Heron Parigi”: azienda che forse non tutti conoscono che ha toccato i massimi livelli del Design nel settore dell’ufficio e con i tavoli da disegno prima. Paolo aveva ricevuto nel 1979 il “Compasso D’oro”, ovvero la massima onorificenza al mondo per un designer. Negli anni seguenti la Heron Parigi avrebbe poi allestito gli uffici di Bill Gates (creatore e proprietario Microsoft) a Seattle…

Sicuramente tutte queste cose, unite poi alla formazione personale ed al lavoro nel mondo del design, hanno contribuito a creare il mio “senso estetico”, molto difficile da soddisfare, ed a contribuire alla mia impostazione fotografica.

E magari dicci anche quali sono invece le cose mugellane che più disturbano il tuo occhio fotografico… O mamma mia, questa è ancora più difficile come domanda… Allora, come hai detto tu io sono abituato a viaggiare anche in paesi lontani; questo contribuisce a formare un senso estetico che io definirei “Comunitario”. Si impara, con molta fatica e tempo, ad apprezzare canoni di bellezza che non sono propri della tua cultura. Faccio un esempio: in Asia, non sono solo aspetti di armonia o simmetria che determinano la bellezza di un manufatto, piuttosto che di un palazzo, ma anche l’equilibrio fra vuoto e pieno, fra alto e basso, fra dentro e fuori. Ed ogni continente direi che ha i suoi canoni. Certo io rimango un europeo che è nato nel quarto secolo AC nell’Atene di Pericle, ho passato la mia giovinezza nella Firenze dei Medici e sono diventato adulto nella Vienna di Klimt e Mahler, ma ho anche imparato a non pretendere che altri risolvano problemi che non so risolvere io. Quindi si, ci sono cose che non mi piacciono nel Mugello, ma non sono forse quelle estetiche che mi disturbano di più…

Potrei parlare della Discarica del Carlone, i danni idrici fatti dall’alta velocità, le buche nelle strade o cantieri fatti male… aspetti che forse riguardano più la politica poiché è da essa che discendono molte delle belle o brutte cose con cui un cittadino deve convivere…

Ritengo comunque il Mugello un posto meraviglioso dove, potendo, vivere.

Quando si potrà riprendere a muoverci, che cosa desidereresti fotografare per prima cosa? Allora la fotografia non si ferma mai… parlando comunque di viaggi, ho promesso a mio figlio che andremo in centro Africa: ho diversi amici in Congo, alcuni a Kinshasa ed altri vicino al confine con il Ruanda e da lì poi in Madagascar.

Secondo te, si può fare arte fotografica coi cellulari? Sicuramente: l’arte non dipende dal mezzo ma dalla cultura, dalla pazzia, dalla genialità. Certo, se poi parliamo di foto che devono essere stampate magari in grandi dimensioni, allora credo che una buona macchina fotografica sia fondamentale per ottenere un buon risultato.

Su www.maximilianchini.com potete trovare altri esempi della fotografia di Maximilian Chini. Un saluto: per contatti info@maximilianchini.com

© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 31 Gennaio 2021

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