
BARBERINO DI MUGELLO – E’ stata la prima grande mostra postuma delle opere di Giuliano Vangi, quella allestita nel comune svizzero di Chiasso, nel Canton Ticino. Una mostra dal titolo “Giuliano Vangi: il disegno”, curata da Marco Fagioli e Nicoletta Ossanna Cavadini, per il centro culturale Chissso Spazio Officina e che si è tenuta sino alla fine di luglio. Anche con una sezione staccato della mostra a Breganzona, nel comune di Lugano.
La levatura artistica dello scultore barberinese – si sottolinea nel catalogo -, “tra i massimi scultori contemporanei a livello internazionale, è percebile anche nella grande abilità del disegno e del tratto figurativo oltreché delle tecniche, dove egli esprime una straordinaria forza emozionale ed evocativa”.
Fagioli e Ossanna Cavadini lo ricordano: “La mostra è stata interamente concepita e discussa personalmente con il maestro Giuliano Vangi in vita, che credeva molto in questo taglio espositivo, di cui ne aveva accuratamente scelto tutte le opere con i co-curatori, fra i due atelier di Pietrasanta e Pesaro. Molti sono stati piacevoli incontri, i sopralluoghi e i dialoghi intercorsi, purtroppo a poche settimane dal varo della mostra Giuliano Vangi è benuto a mancare, ma crediamo fermamente che il percorso artistico sia rispettoso delle sue volontà”.
I due curatori nel volume pubblicano due importanti saggi, uno, a firma Marco Fagioli, su “Modernità e classicità nei disegni e nelle sculture di Giuliano Vangi”, e l’altro “Il disegno nell’opera di Giuliano Vangi” di Nicoletta Ossanna Cavadini. Molto interessante è anche l’intervista al famosissimo architetto svizzero Mario Botta, che racconta di “un’amicizia e una collaborazione venticinquennale”, fino all’ultima che ha visto la realizzazione, da parte dei due amici, di una grande cattedrale in Corea del Sud.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 22 settembre 2024