Certini, Massimo. Il Castagno d’Andrea : Leggenda Storia e Natura in una comunità ai piedi del Falterona. / Massimo Certini – Firenze: Poligrafico Fiorentino, 2023 – 308 p. ill. ; 24 cm
Soggetti: Il Castagno d’Andrea (San Godenzo) – Storia, costume

Lo trovi in:

Parrocchia di San Martino a Castagno d’Andrea
Associazione Andrea del Castagno
Circolo ARCI “8 dicembre – Arnaldo Amadei”
ANPI Falterona Sezione San Godenzo

*GP


 

Nell’immaginario collettivo l’area montana ad est di San Godenzo appare ancora come la più suggestiva dell’Appennino tosco emiliano.

Il Castagno d’Andrea, protetto e coccolato da una scenografica ed avvolgente chiostra di monti, sembra aver amplificato ormai il proprio ruolo di antico e paterno tutore di una natura arcaica, simbolo e porta di accesso ad un ambiente straordinario che porta il nome di Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna.

Il libro prende forma da queste peculiarità uniche e si concentra su quei caratteri di storia e di costume propri di questo ambiente che appare fra i più singolari e significativi per l’identità e le origini del Mugello intero.

A Castagno è possibile ascoltare il respiro di un tempo che sembra non appartenere alla nostra era, assaporare i profumi di un luogo che ancora si conserva e si propone con ritmi a misura d’uomo, poco sensibile ai mutamenti e alla frenesia contemporanea.

Qui la storia ha origini incredibilmente remote, forse precedenti la presenza degli Etruschi, che pure vi lasciarono impronte indelebili del loro passaggio.

Guerre inenarrabili nel Medioevo ed in epoca moderna, si alternarono a cataclismi epocali e con violenza tale da inibire qualsiasi presenza umana ma non quella dei Castagnini che in questa terra riconoscono i simboli e gli scopi della propria esistenza.

Una terra unica che sa lusingare con paesaggi da fiaba e una bellezza in grado di sedurre il gene creativo di personaggi come l’Alighieri o Andrea del Castagno, i Dino Campana o i Pietro Annigoni.

Una terra dal fascino magnetico e insopportabile che ha ancora molto da raccontare ed altra storia da regalare al futuro del Mugello secondo l’incredibile vitalità della sua gente.

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