BARBERINO DI MUGELLO – Si getta in avanti, il naso all’insù, come sospinta da una folata di vento, incontro alla vita. È giovane, è bella. Ostenta il vestito rosa come una giovane sposa l’anulare al dito. Spensierata, orgogliosa. Però non sorride. Perché? 

Chi entra nel palazzo pretorio di Barberino se la trova di faccia. La statua è stata scolpita da Giuliano Vangi, uno degli artisti più emozionanti a cavallo tra vecchio e nuovo secolo. Giuliano è nato a cento metri da qui. Del Mugello ha conservato l’originalità e la pacatezza e, devo dirlo, una dedizione alla fatica propria delle terre contadine. Non lasciarti ingannare, però. Dietro modi semplici rifulge un talento straordinario. È lui il nobel della scultura, il paladino di magnati dell’industria e dell’imperatore del Giappone. Nell’isola è un mito. Gli hanno dedicato non un monumento, addirittura un parco. Ha raccontato il pontefice, le sue sculture sono in musei prestigiosi e nel cuore delle città, ma soprattutto ha narrato il dolore, la disperazione della società contemporanea, e lo ha fatto con opere magistrali. L’età lo ha solo reso più esperto e più curioso. Lavora ogni materiale e lo fa in perfetta solitudine. Se vi rivolgete a un galleria, è raro trovare in vendita sue opere. Non esistono multipli. Una e una soltanto, l’originale lavorato dalle sue mani.

Ha un carattere schivo, Giuliano, la timidezza interiore del saggio. Se vuoi litigare con lui, inondalo di complimenti. Se invece lo conosci, scopri una creatività illimitata, inconsueta in un ottantenne, e la generosità di chi è felice del mestiere che fa.

La ragazza in rosa di cui il palazzo pretorio si fregia è decisamente figlia sua. Protesa verso la vita in modo consapevole, pronta a scoprire il bello e il brutto di tutta un’esistenza. La scultura è delicata e potente. Una sinergia difficile da realizzare se non si è toccati dalla grazia del saper fare.

Riccardo Nencini

© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 30 giugno 2019

Share.
Leave A Reply

Exit mobile version