Che “Ingorgo” è stato quest’anno? Un Ingorgo stupefacente per tanti aspetti. Sicuramente un Ingorgo costruito insieme e condiviso, un festival che ormai, al suo quinto anno di vita, è entrato davvero nel cuore della comunità dei lettori e non solo.
C’è qualche aspetto che ti ha “stupito”, che magari non ti aspettavi? La forza e la passione dei volontari che lo hanno realizzato insieme a me. Sapevo di poter contare sul loro appoggio ma la loro completa e assoluta dedizione al festival mi ha davvero lasciata senza parole. E da qui anche tutto l’affetto vero e sincero di cui siamo stati circondati nei sette giorni di evento ma anche prima e dopo. L’affetto del pubblico, dei lettori, degli autori che ormai sono diventati anche amici e che a Borgo tornano sempre volentieri.
Il momento che metterai in bacheca di questa quinta edizione qual è? Ce ne sono diversi. La spettacolare presentazione-conferenza al Chini Museo con Luca Nannipieri, la bellissima serata in giallo con Marco Vichi, l’energia di Massimo Vitali davanti a 200 ragazzi e ragazze del Liceo Giotto Ulivi, Marino Bartoletti che con signorile umiltà prima si fa il the dietro il bancone del caffé letterario, in sala legge passi del suo libro e fa commuovere tutti e il lunedì mattina cita Borgo San Lorenzo e Ingorgo letterario in diretta con il Trio Medusa su Radio Dj. Ma in bacheca non metterò solo i grandi numeri e i grandi personaggi. Metterò anche la giovanissima Ginevra Betti, venuta apposta da Siena per presentare il suo romanzo d’esordio, felice ed entusiasta anche se in sala alla presentazione c’era solo suo padre…
C’è chi ha eccepito sulla formula, troppo ingorgo, troppi eventi in contemporanea… Ho letto la lettera che vi è arrivata in redazione e mi hanno fatto molto piacere sia i complimenti che le osservazioni costruttive. Per rispondere faccio un passo indietro: l’Ingorgo nasce da una felice espressione del Sindaco Omoboni in una domenica di dicembre di 6 anni fa con ben 5 presentazioni di libri. È un Ingorgo di libri, di autori, di generi diversi anche in contemporanea. Se a quello dei libri segue anche l’Ingorgo delle persone meglio ancora. Ma la caratteristica principale, il tratto originale del format di Ingorgo, quello che lo distingue da altri festival del genere e che in parte lo accomuna ai grandi eventi del settore, è proprio la presenza di più autori e quindi libri in contemporanea. Se prendete in mano il programma del Salone del Libro di Torino, ad esempio, ci troverete la stessa contemporaneità, cosa che succede anche a Tuttestorie a Cagliari, a Mantova festival letteratura o Pordenone legge. Non siamo una città è vero, ed il bacino di utenza è sicuramente diverso, ma non abbiamo niente di meno di altri festival e possiamo crescere ancora, “educando” il pubblico e cercando di creare ancora più sinergie tra enti pubblici e privato. Del resto tra sabato e domenica a Borgo sono arrivati lettori da Pesaro, Roma e Bologna…
Ma questo non finisce per penalizzare le singole presentazioni? In effetti vi sono stati incontri con una presenza di pubblico ridottissima… La contemporaneità deve essere vista come un valore aggiunto. È un’offerta in più per il pubblico che può scegliere cosa seguire, cosa acquistare senza aver seguito presentazioni o quale autore incontrare senza nè seguire nè acquistare. La filosofia di base dell’Ingorgo è quella di promuovere la lettura a tutti i livelli come elemento cardine della formazione e del vivere quotidiano, di promuovere sia l’autore locale e sia i grandi nomi, dare spazi alle piccole case editrici come collaborare con le grandi. Il consiglio che cerco sempre di dare a chi mi chiede di partecipare a Ingorgo soprattutto tra gli autori emergenti o del luogo (e c’è qualcuno che si è già prenotato per il prossimo anno!) è quello di entrare attivamente nel meccanismo che lo muove: autopromuoversi, coinvolgere il proprio pubblico, considerare il festival come un momento privilegiato di presentazione della propria opera e non come un punto di arrivo dopo aver presentato il libro in molte altre situazioni.
Si può pensare ad una collocazione temporale diversa? Forse, ma le considerazioni da fare nella scelta del periodo più adatto tengono conto di tante variabili: la concomitanza con altri festival vicini, il periodo prenatalizio, l’anno scolastico, il calendario dei nostri eventi… Non dimentichiamo che Ingorgo letterario è organizzato tecnicamente da un’associazione di volontariato che reinveste in cultura i proventi dei propri eventi in un periodo in cui la cultura è sempre l’ultima ruota del carro quando si parla di contributi e investimenti.
Hai intenzione di introdurre qualche novità per il prossimo anno? Sono sempre aperta a nuove idee e proposte. Non a caso abbiamo svolto riunioni organizzative pubbliche e aperte a tutti. E vorrei ringraziare di cuore tutte le associazioni che con Cu-Bo hanno lavorato e contribuito al festival, ciascuna con la propria identità e con i propri saperi: un altro importante e prezioso valore aggiunto. Per il prossimo anno, intanto, c’è già il tema ispirato dalla stessa Villa Pecori che ci ospita, grazie alla tenacia della Vicesindaca Becchi, e soprattutto ispirato da quello che sarà il futuro prossimo della Villa come polo culturale. Lo renderemo noto tra qualche giorno quando verrà lanciata la prima novità di Ingorgo letterario 6… anche questa nata da una condivisione di idee al caffè letterario.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 2 Dicembre 2022