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Tanta gente all’inaugurazione, e tanti i commenti. Positivi e critici. E’ piaciuta ad alcuni l’impostazione data agli allestimenti: sobria, mai affollata, mirata alla qualità più che alla quantità, priva di didascalie accanto a ciascun pezzo esposto, con le informazioni che verranno tratte dalla brochure distribuita all’ingresso.
Rilievi critici che almeno in parte potranno essere ascoltati e risolti attraverso iniziative specifiche e mostre a tema, da tenersi periodicamente, come già annunciato dal direttore.
Resta il fatto che di un intervento deciso il museo borghigiano a villa Pecori aveva urgenza e necessità. Perché aveva bisogno di essere rilanciato, e la scelta di puntare tutto sul Chini più famoso può senz’altro avere un senso ed essere vincente, sopratutto se sarà adeguatamente promossa e ampliata. Così come non è da sottovalutare, e da rimarcare positivamente, la scelta dell’amministrazione comunale di investire in modo consistente sulla cultura -sono stati spesi 70 mila euro-, per valorizzare quelle che sono le caratteristiche e le eccellenze artistiche espresse dal territorio.
P.G.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 7 aprile 2019