BARBERINO DI MUGELLO – Al termine dello spettacolo “Meraviglie nel paese di Alice”, andato in scena all’area eventi Andolaccio, Marta Dalla Via risponde alle nostre domande, relative al suo percorso formativo e allo spettacolo rappresentato. Apprezzata da molti durante la messa in scena, sia per la sua recitazione accattivante e precisa, sia per l’utilizzo di un costume semplice, che, pur dando un tono fiabesco al tutto, ha fatto sì che le vere protagoniste della serata fossero le parole di Carroll, Dalla Via svela anche qualche scelta che sta alla base del lavoro che ha svolto insieme al professor Odifreddi.

Per formarsi a quest’arte, lei ha fatto il DAMS a Bologna, la facoltà che, forse più di tutte risente di pregiudizi probabilmente immeritati. Cosa ha da dirci in proposito? Il DAMS è una facoltà che ha da poco compiuto cinquant’anni ma, sebbene sia nata di recente, ha subito diversi cambiamenti, per cui alla sua nascita era molto diverso da ora e, ugualmente, anche quando l’ho frequentato io era in un’altra fase. Infatti, inizialmente c’era solo a Bologna, mentre ora si sta diffondendo sempre più in diverse città. Quando mi sono iscritta, si poteva fare cinema, teatro, arte, musica. Io scelsi di fare spettacolo, poiché era la disciplina che mi interessava di più. Sono stata veramente felice di aver scelto questa facoltà, anche se a volte era molto teorica, per cui è stato necessario che unissi quanto avevo appreso ad esercizi pratici, che ho sperimentato in una scuola di teatro. Sono però convinta che l’università sia stata fondamentale per la mia formazione: la teoria, infatti, è alla base della pratica.

Fra i suoi spettacoli, spicca “A Jane Austen”, in onore di una scrittrice di cui spesso si parla poco in teatro, forse perché, all’interno dei suoi romanzi, ci sono pochi elementi trionfali che si presterebbero a una rappresentazione; tuttavia, se ci pensiamo, la Austen è stata un’autrice rivoluzionaria anche per il suo parlare della condizione delle donne del suo tempo. Come vi siete confrontate con la sua personalità? È stato un esperimento molto interessante, che ho diretto io stessa. In questo caso, non ero in scena: la protagonista era Laura Graziosi che fingeva di gestire una rubrica di cuori infranti e tutto questo era messo in relazione con il lavoro della scrittrice inglese. Ebbe un grande successo, soprattutto nei piccoli borghi. Infatti, la bibliotecaria del mio paese era una fan accanita di Jane Austen e coinvolse molte altre donne che accorsero entusiaste allo spettacolo.

Come avete entrambi fatto intendere stasera, “Alice nel paese delle meraviglie” e “Alice attraverso lo specchio” di Carroll sono romanzi densi di allegorie. Quale aspetto ha suscitato maggiormente il vostro interesse e dunque avete deciso di mettere in evidenza nel vostro spettacolo? Non abbiamo un copione prestabilito, infatti adattiamo lo spettacolo a seconda dell’elemento che ci sembra debba essere messo in evidenza che, alla fine, non è mai lo stesso. Discutiamo tra noi e poi scegliamo il taglio da darci. Ieri, al teatro Astra di Bellaria-Igea Marina, ci siamo concentrati sui passaggi del testo in cui si parla della regina, oggi, invece, abbiamo pensato di strutturarlo per temi. Penso che non resterà mai lo stesso e dunque che ogni rappresentazione sia unica, visto che non ci sarà mai una replica perfetta.

Caterina Tortoli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 7 luglio 2021

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