Il personaggio di Falstaff è molto dibattuto, poiché trattato da molti autori classici, voi a quale opere vi siete accostati? Abbiamo fatto un lavoro di taglia e cuci, selezionando aspetti delle opere classiche. Abbiamo ripreso soprattutto l’Enrico IV di Shakespeare e l’opera di Verdi sul libretto di Arrigo Boito. Ci siamo ispirati anche alla Commedia dell’Arte per delineare i personaggi.
Avete fatto uso anche di diverse arie liriche… Sì, il protagonista, Veio Torcigliani, è un baritono di professione, che non aveva mai recitato, prima di cimentarsi in questo esperimento. Uno spettacolo di questo tipo gli ha permesso di esprimere le sue abilità canore e recitative.
Vi siete rifatti Verdi. In alcune sue opere, si mette in evidenza anche il ridicolo e il grottesco, per far emergere la bellezza. Anche voi avete fatto questa operazione? Sì, abbiamo ripreso l’idea di alcune opere verdiane per cui tutto il mondo è burla. Siamo partiti da qui per sottolineare i sentimenti, come la delusione di Falstaff quando è umiliato dal re, che nonostante tutto, difende fino alla fine. “Falstaff” è l’ultima opera di Verdi: in essa c’è molta ironia sulla vita.
Voi fate Teatro Popolare? Sì, ma siamo professionisti. Siamo una compagnia storica, facciamo teatro da trent’anni, servendoci di vari generi e linguaggi, come la musica e il melodramma.
Qui avete anche accennato all’educazione, dove avete attinto per parlare di questa tematica? Siamo partiti dal genio di William Shakespeare e ci siamo concentrati sulla crescita del principe, che è un giovane che fa apprendistato nella mala vita, nei bassifondi della società. Abbiamo preso spunto anche dal cinema di Orson Welles, che si preoccupa di questo tema.
Caterina Tortoli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 16 gennaio 2020
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