L’opera scultorea, non di grandi dimensioni, realizzata in arte povera secondo il canone artistico sviluppato da Andrea Benedetto in oltre vent’anni di carriera, è ricca di significati. Lo scultore ha raccontato come è nata l’idea, ha decritto il suo lavoro, ne ha spiegato il senso. Ha trasmesso la sua passione con parole semplici ma così autentiche da emozionare . In particolare, la dott.ssa Mirna Gentilini, presidente del Centro Studi Campaniani, ha dichiarato di riconoscere “nel dualismo libertà e catena, cioè nell’atto dell’aprire e del chiudere, del legare e del liberare, un aspetto della poetica profonda di Dino Campana”.
Con questa pubblicazione Andrea Benedetto si appresta a completare una serie di sette monografie sapienziali strutturate su decine e decine di schede critiche a firma di letterati, filosofi, critici e teologi. Conosciuto e apprezzato anche in Polonia, nella città natale di San Giovanni Paolo II, l’artista spezzino vanta numerose opere custodite presso le strutture di musei del territorio in diverse regioni d’Italia.
Altro momento importante della giornata è stata la bella interpretazione, sentita e piena di passione di alcuni alunni della classe V della scuola primaria dell’ Istituto Comprensivo Dino Campana di Marradi, accompagnati dalla loro insegnante Fedora Anforti.
Le relazioni sul tema della conferenza sono state tenute da Roberto Cellini, presidente emerito del Centro d’Arte Modigliani di Scandicci e da Mirna Gentilini, presidente del Centro Studi Campaniani mentre Carlo Ciappi, da par suo, ha letto testi non solo dai Canti Orfici ma anche da Quaderno.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 25 ottobre 2022