FIRENZUOLA – Secondo la leggenda il diavolo sfidò san Zanobi, che si trovava da quelle parti per un incontro con sant’Ambrogio intorno all’anno 394, proponendogli una sfida: chi fosse riuscito ad arrivare per primo, dal fiume Idice alla sommità della collina con un grosso masso, avrebbe potuto disporre delle anime degli abitanti della zona. Il diavolo ne raccolse uno molto grande, ma a un certo punto, non facendocela più, lo lasciò cadere mandandolo in mille pezzi, ancora è visibile nei pressi ed è il sasso della Mantesca; san Zanobi riuscì nell’impresa e posò il suo sasso lì dove ancora oggi si trova.


Il Sasso di san Zanobi è conosciuto anche col nome di Pietramora, per il suo colore scuro; in passato era assai più ampio ma nei secoli è stato assottigliato perché utilizzato per trarre materiale da costruzione, anche gli alleati se ne servirono, nella II guerra mondiale, come cava di inerti per sistemare la strada Piancaldolese. Sulla sommità era situato un castelletto, che insieme alla chiesa dedicata al Santo, è citato per la prima volta in un diploma imperiale di Federico II del 1220; detto castello è citato anche in una lettera di Carlo D’Angiò del 1271. Nel 1326 fu ceduto, da Mainardo Novello Ubaldini, al Comune di Firenze che lo demolì nel 1332.

Sul fianco del Sasso si trovava una chiesa fondata in epoca medievale e dedicata a san Zanobi; l’edificio era presente nel 1513, quando fu annesso al piviere di Bordignano; il Santoni, nel sua “Raccolta di notizie storiche delle chiese dell’Arcidiocesi fiorentina” del 1847, non lo cita, quindi all’epoca era certamente demolito. Nella seconda metà dell’Ottocento, fu edificata una cappella, sempre dedicata al nostro Santo, probabilmente sui ruderi dell’antica chiesa medievale; l’edificio originariamente a due corpi, come si vede nelle immagini più antiche, venne poi ridotto demolendo la parte posteriore. Fu distrutto durante la seconda guerra mondiale.

Sergio Moncelli
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 19 luglio 2018

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