BORGO SAN LORENZO – Domenica 19 Marzo, nel pomeriggio, viene presentato il nuovo libro sulla Misericordia di Borgo San Lorenzo. In questa intervista il professor Marco Pinelli, curatore del volume “I luoghi della Misericordia” spiega le ragioni e i contenuti del testo, che pone in particolare l’attenzione sulle sedi della Confraternita. Con la loro storia e le loro preziose opere d’arte.
Un libro sulla Misericordia di Borgo San Lorenzo. Perché? “La circostanza da cui è scaturita l’idea di un nuovo libro sulla Misericordia (dopo quello pubblicato nel 1997, che tuttavia aveva un’impostazione diversa) è stata la conclusione del restauro delle due facciate del complesso sede-oratorio che dopo cento anni e passa mostrava segni di degrado. E’ apparsa l’idea migliore per focalizzare l’attenzione, come recita il titolo, sulle “sedi” della Misericordia, cioè sui luoghi in cui la Misericordia esercita (in quanto confraternita) e viene esercitata (in quanto virtù cristiana). Si è tentato quindi di accendere un focus sull’edificio della Misericordia e sul patrimonio di arte, cultura e storia che conserva e che rappresenta. L’intento è di contribuire a far (ri)conoscere l’importanza, il ruolo, i molteplici significati e valori della Misericordia appena ricordati a tutti i borghigiani. Per consentire loro di guardare con occhi nuovi e più consapevoli l’edificio ogni qualvolta ci passano davanti o quando, purtroppo, ne varcano la soglia in circostanze dolorose, senza dimenticare, ovviamente, l’alto valore etico, sociale e religioso che rappresenta e che affonda le sue radici piuttosto lontano nel tempo, almeno al 1846. Si intende ribadire che la Misericordia può e deve essere considerata, tra l’altro, come uno dei gioielli artistici di Borgo, uno dei più alti esempi nel nostro territorio della cultura primo novecentesca, frutto del lavoro di artisti e artigiani di cui dovremmo andare orgogliosi e che, soprattutto, dobbiamo conoscere e valorizzare”.
Come e chi ha lavorato a questo testo? “Il testo è il risultato di un lavoro a più mani, nel quale, oltre al sottoscritto, hanno collaborato varie persone e diverse professionalità, a cominciare dal prezioso contributo offerto dalla prof.ssa Carla Romby, la quale ha fornito una nuova illuminante lettura dei caratteri architettonici dell’edificio, della sua genesi e delle vicende costruttive, delle personalità operanti, inserendolo nel clima culturale del tempo in cui è stato realizzato. Il mio contributo riguarda una breve sintesi storica (che per ragioni di spazio, si ferma agli inizi del Novecento) e due interventi relativi alla decorazione chiniana e al restante patrimonio artistico custodito dalla Misericordia, composta da dipinti, arredi, tessuti ecc. Si è lavorato intensamente sui documenti d’archivio, senza ignorare ovviamente gli studi preesistenti, cercando tuttavia di proporre una nuova lettura e una nuova comprensione del “testo” architettonico e artistico. Conclude il volume una relazione dell’arch. Floriano Poli dedicata alla descrizione del restauro e dei criteri adottati nella sua realizzazione. Non poteva mancare, infine, un sia pur breve capitolo dedicato al cimitero, un altro dei “luoghi” significativi della confraternita borghigiana, segno tangibile del suo impegno costante nel praticare le evangeliche opere di Misericordia. Per quanto riguarda il metodo di lavoro, potrei sottolineare che una parte significativa dell’impegno ha riguardato lo spoglio dei documenti e dei disegni conservati nella Misericordia, nonché lo studio del patrimonio d’arte che merita senza dubbio ulteriori approfondimenti e studi specifici; e che risulterà per molti una vera e propria sorpresa. Non si deve inoltre dimenticare l’apporto del ricco repertorio fotografico, curato prevalentemente da Francesco Noferini, che è anche l’editore del volume, la cui qualità costituisce un significativo contributo al compimento del libro che è anche un racconto per immagini. Devo tuttavia sottolineare il contributo determinante di tante altre persone (che desidero ringraziare), in particolare di Aldo Giovannini e soprattutto di Marco Corsi, Giampiero Giampieri, e Francesco Tarchi, la cui disponibilità e il cui entusiasmo hanno consentito di portare a termine l’opera”.
Quali sono le principali ‘scoperte’ che si potranno conoscere attraverso questo nuovo libro? “Non voglio rovinare ai lettori il piacere di scoprirlo leggendo, o semplicemente sfogliando, il libro, tuttavia posso anticipare che le novità riguardano tanto la pubblicazione di documenti e disegni inediti, quanto l’identificazione della prima sede stabile della Misericordia, prima del trasferimento in quella attuale, avvenuto nel 1904. Ma mi pare originale e stimolante, come detto, anche la lettura dei caratteri dell’edificio, la sottolineatura della sua qualità architettonica ed esecutiva, nonché riproporre l’attenzione sullo splendido apparato decorativo chiniano per concludere con la conoscenza delle altre opere d’arte che normalmente non sono visibili da parte del pubblico e che, in qualche caso, sono state recuperate in questa occasione”.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 16 Marzo 2023