Firenzuola – Sono stati presentati di recente, a Firenzuola, i primi risultati della campagna di scavi in corso nel sito di Bruscoli (articolo qui) e l’importante progetto che vede il sito firenzuolino protagonista insieme all’area di Petra e Shobak, in Giordania, e un territorio in Armenia.

“In tutti questi territori – spiega il professor Michele Nucciotti, direttore della cattedra di archeologia medievale dell’Università di Firenze  e coordinatore dello studio – abbiamo a che fare con dominazioni aristocratiche che gestiscono viabilità a lunga percorrenza, i valichi appenninici in Toscana, la Via dell’Incenso in Giordania, la Via della Seta in Armenia. Così stiamo realizzando uno studio comparativo sul modo in cui tali aristocrazie rurali agiscono per rispondere a problemi simili, in questa parte dell’Eurasia. Sia in Giordania che nell’area di Bruscoli e del Mugello in generale, noi vediamo che queste famiglie aristocratiche utilizzano dei castelli come elemento di organizzazione del popolamento. E si tratta, tra l’altro, tra Giordania e Italia di elite occidentali, per quanto riguarda l’epoca crociata. Vediamo che sostanzialmente in Giordania – anche qui si tratta di élite occidentali, in epoca crociata – vengono replicati dei modelli di incastellamento occidentali, simili a quelli che noi osserviamo ad esempio nell’area del Mugello, come a Bruscoli, promossi dai conti Alberti, la grande famiglia aristocratica che ha dominato quel territorio fino al tardo 1200-1300.

Tra 1200 e 1300 in tutti i casi che noi osserviamo l’iniziativa politica e territoriale passa da queste famiglie aristocratiche alle città: i poteri egemoni fino all’inizio del XIII secolo sono questi grandi signori della guerra, come gli Alberti, ma dal 1300 abbiamo Firenze e Bologna, le due grandi città che si contendono il controllo di questa viabilità che attraversa gli Appennini. Così come in Giordania, a Petra, i crociati fondano dei castelli ma quando arrivano gli eredi di Saladino li abbandonano e fondano una città nei pressi di Shobak: una dinamica dunque molto simile, pur in territori così lontani. Così possiamo dire – conclude il professore – ogni sito è depositario di una storia locale, ma questa storia locale è un frammento di una storia globale, nel nostro caso euroasiatica. Con le nostre ricerche vogliamo dar valore a entrambi questi aspetti:  per quanto riguarda Bruscoli al suo ruolo locale, a ciò che ha rappresentato nella storia dell’attuale comune di Firenzuola e nella storia delle relazioni fra Firenze e Bologna, ma vogliamo anche far leggere attraverso questa storia locale, gli elementi di storia globale. Perché la vicenda di Bruscoli non è vicenda isolata, ma fa parte di un fenomeno più ampio, le cui caratteristiche similari possiamo studiare anche in Armenia e Giordania”.

Nucciotti spiega la rilevanza del luogo mugellano: “Bruscoli è importante perché rappresenta la trasformazione del paesaggio nelle aree di valico in tre momenti diversi: il primo incastellamento, intorno al 12° secolo, per il quale non abbiamo documenti scritti ma abbiamo individuato una fase di XII secolo che approfondiremo meglio il prossimo anno. Poi il secondo periodo, quello duecentesco dove troviamo una signoria locale, guidata dagli Alberti che entra in relazione con i poteri egemoni del territorio, Bologna e Firenze, e un terzo momento che è quattrocentesco, in cui Bruscoli diventa una delle frontiere della Toscana: viene rifortificata infatti dai Medici e da Firenze. Ed è molto importante anche l’abbandono di Bruscoli nel 1500 perché segnala un nuovo cambiamento del paesaggio con il trasferimento della popolazione nel luogo dove ora si trova l’attuale paese. La Rocca è molto interessante perché non è molto grande, ma contiene informazioni su tutte queste trasformazioni. Diciamo che per noi archeologi è un osservatorio stratigrafico, che riusciamo a gestire e che ci racconta non solo la sua storia ma una storia più ampia.”

 

Si può fare qualche esempio? “Abbiamo trovato tracce di un insediamento del 1100 che non era noto dalle fonti scritte, abbiamo trovato sia grazie ai reperti ceramici che a quelli numismatici, evidenza di contatti tra Bruscoli e l’area del Lazio e dell’Italia meridionale in epoca angioina. Questo già ci dice che la Rocca di Bruscoli era un punto dove non passava solo la gente del posto, ma aveva una funzione nella viabilità a lunga percorrenza. Siamo riusciti poi a delimitare meglio il palazzo dei conti Alberti, e stiamo analizzando il modo in cui gli ambienti interni delle strutture del 1300 si presentavano. E’ emerso ad esempio un caminetto all’interno del muro che ci dà un’idea molto viva di come dovevano apparire nel 1300  questi ambienti.” E ora? “Durante l’inverno i reperti recuperati e i dati di scavo verranno rielaborati presso il laboratorio dell’Università di Firenze, in modo da poter fornire già dal prossimo anno delle ipotesi più precise sul ruolo di questo castello.” 

 

 

© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – Settembre 2023

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