MUGELLO – Un lettore ci ha inviato una lettura critica di “In Mugello. The heart of Tuscany”, il fascicolo edito dal Galletto e finanziato dall’Unione dei Comuni, distribuito alle varie strutture turistiche del territorio.

Il lettore preferisce non entrare nel merito dell’aspetto estetico del libretto, che mostra una grafica parecchio demodé -ma tutti i gusti son gusti…-. Magari l’ultima pagina, con l’elenco delle strutture ricettive e dei numeri utili, praticamente illeggibile perché scritto in caratteri microscopici, poteva essere evitata.

Così come lascia parecchio perplessi sfogliare la sezione “Mugello da scoprire” e scoprire che ci si è completamente dimenticati di due comuni, Firenzuola e Palazzuolo sul Senio (mentre c’è ancora San Piero a Sieve).

Al di là di queste evidenti lacune, il lettore ha trovato nei testi alcuni sfondoni storici e li segnala, magari per evitarne il ripetersi, nelle successive edizioni, se ci saranno.


In Mugello, The heart of Tuscany

Pagina 3 – “Con il passaggio sotto il dominio delle signorie, tra le quali gli Ubaldini, gli Alberti e i Conti Guidi, …” – queste famiglie amministravano i territori nella forma del feudalesimo, peraltro rimosse nel periodo dei comuni, in ogni caso le “signorie” sono successive al dominio di queste famiglie.

Pagina 3 – “Così nei luoghi, dove si formerà il genio artistico del Giotto e del Cimabue, …” – non abbiamo alcuna fonte documentale, tantomeno aneddotica o di tradizione (oggi si direbbe gossip), sul fatto che Cimabue possa aver formato il suo genio artistico in Mugello.

Pagina 28 – “La Fortezza (fortezza di San Martino, n.d.a.) disegnata dall’architetto Bernardo Buontalenti per volere ….” – il progetto, quindi il disegno, è di Baldassarre Lanci, che morì prima che fosse ultimata. La costruzione venne proseguita da Simone Genga e completata da Bernardo Buontalenti che, dunque, portò a compimento un progetto, un disegno, non suo.

Pagina 28 – “Il Trebbio, situato sul poggio omonimo, sede del trivio romano voluto dal console Caio Flaminio, …” – non si capisce da dove scaturisca questa asserzione. Il trivio romano ma certamente ancor prima etrusco, non trova alcun riscontro nella correlazione al console Caio Flaminio. Forse una libera deduzione tratta dall’ipotesi che potesse, reitero il potesse, trovarsi sul tracciato della strada
romana denominata Flaminia militare, o Flaminia minor, e congiungente i resti dell’antico ponte del Colombaiotto rinvenuto durante gli scavi per l’invaso di Bilancino. Tuttavia, questa porzione del tracciato potrebbe, reitero il potrebbe, essere una variante successiva della originaria Flaminia minor che, più logicamente, passava dal passo di Combiate e giungeva a Vigesimo (badia a Vigesimo, oggi Barberino di Mugello). La correlazione a Caio Flaminio è azzardata, priva di fondamento.

Pagina 34 – “La Pieve di San Lorenzo, antecedente al 1000, conserva all’interno la “Madonna con Bambino”, ….” – magari sarebbe più corretto definirla “Madonna senza Bambino” essendo una porzione, certamente, di una pala d’altare più ampia pur tuttavia senza il Bambino Gesù.

Pagina 35 – Strano, nella pagina dedicata a Vicchio non si trova alcun accenno a Guido di Pietro, poi Giovanni da Fiesole, insomma il Beato Angelico.

Pagina 38 – Le memorie si dicono scritte da Fuligno di Conte di Averardo de’ Medici, e non da Filigno. Soprattutto “… fra il 1268 e il 1318 Averardo de’ Medici e il proprio figlio omonimo acquistarono terre e poderi in Mugello, …” – ebbene, i figli di questo Averardo de’ Medici (morto nel 1319, non l’Averardo detto Bicci, da cui si propagherà il ramo dei Medici di Cafaggiolo, ma è suo nonno) ha questi figli Giovenco, Jacopo, Conte (il padre di Fuligno), Talento, Francesco e Salvestro (o Chiarissimo), sicché nessun “proprio figlio omonimo”.

 


© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 25 settembre 2019

Share.
Leave A Reply

Exit mobile version